Caos trasporti: l’odissea di una modenese nel giorno nero dei treni
Per tre ore “bloccata” in stazione insieme al figlio autistico
MODENA. Un’odissea. Così una modenese descrive la giornata vissuta sabato alla stazione dei treni di Modena. Tutta colpa di un blocco sulla linea Milano-Bologna provocato da un guasto elettrico all’altezza di Parma. Una situazione che ha creato numerosi disservizi in tutta l’Emilia dalle 11.15 fino alle 17, quando tutto è tornato davvero alla normalità.
IL RACCONTO
«Dovevo salire sul treno 8809 che parte da Milano e arriva a Lecce – spiega la donna – quando siamo stati avvisati del guasto alla linea elettrica alla stazione di Parma. Quasi all’ultimo minuto, poi, abbiamo scoperto che i treni da Reggio Emilia e Modena sarebbero stati soppressi: avremmo quindi dovuto prendere il primo treno disponibile in arrivo per Bologna e, una volta arrivati, saremmo stati aiutati. Qui è nato il caos».
La donna non è riuscita a prendere alcun treno, nonostante in stazione a Modena ne siano effettivamente arrivati: «Oltre ad essere strapieni, non avevano le indicazioni corrette. Numeri e città indicati erano diversi, così abbiamo perso un treno dopo l’altro rendendocene conto solo nel momento in cui erano ripartiti, quando veniva annunciato dagli altoparlanti della stazione».
I DISAGI
Lo sconforto, sempre più palpabile, si è trasformato in rabbia: «Ero insieme a mio figlio autistico – prosegue la donna – quindi il disagio è stato ancora più grande. Purtroppo non c’erano indicazioni chiare né, in quel momento, il personale adeguato per gestire la situazione. Da altre persone ho saputo che anche chi è riuscito ad arrivare a Bologna è stato lasciato in balia di se stesso. Noi, invece, a Bologna non siamo mai arrivati. Mentre ero in fila ho telefonato a Trenitalia, sono stato molto accesa nel tono delle mie rimostranze ma ho ricevuto risposte sgarbate, trattata con sufficienza e scocciatura da un operatore che mi diceva che avrei dovuto imparare a gestire la rabbia».
LA RABBIA
Rabbia che, invece, è salita ancora di più: «Sono finalmente riuscita ad arrivare allo sportello informazioni della stazione – conclude la donna – dove ho chiesto come mai ci fossero tutte queste anomalie e se fosse possibile parlare con un responsabile a cui chiedere informazioni corrette rispetto a quelle sin lì ricevute. Mi è stato risposto che avrei potuto raggiungere il capostazione percorrendo il primo binario e girando a sinistra: peccato che seguendo quella strada si arrivasse all’uscita, quindi sono stata anche presa in giro».
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