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Ecobonus, non solo sicurezza: «Finalmente si muoverà il mercato»

di Stefano Luppi
Ecobonus, non solo sicurezza: «Finalmente si muoverà il mercato»

Concessionari entusiasti

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MODENA. «Il problema principale che abbiamo in Europa – spiega Giuseppe Redaelli, presidente dell’Autodromo di Monza e della commissione auto storiche della Federazione internazionale dell’auto Fia – è l’anzianità del parco auto, con i mezzi che hanno una età media di 10-12 anni. Sono troppi e la necessità è di rinnovare, quindi è positivo che l’Italia aiuti a eliminare dalle strade una macchina che non risponde più agli standard di sicurezza, che inquina molto, che ha bisogno di una continua manutenzione».

Redaelli parte dal bicchiere mezzo pieno, ma individua anche problematiche: «I vecchi incentivi – prosegue l’esperto – permettevano a chi aveva una disponibilità economica maggiore di vendere auto magari di appena due anni per acquistarne una nuovissima con lo sconto. Sono però perplesso riguardo l’incentivo dell’auto elettrica: la flotta elettrica copre in Europa appena l’1,5% del totale ed è quindi numericamente insignificante dunque investire quasi solo su questi mezzi potrebbe non essere sufficiente. Meglio invece, rispetto all’elettrico, sarebbe puntare di più sui carburanti neutri. In ogni caso lo ripeto: occorre rinnovare perché c’è un problema di sicurezza stradale, essendo davanti a una mortalità rilevante, e le auto più nuove hanno ovviamente più strumentazioni moderne utili anche da questo punto di vista».

I CONCESSIONARI

Al centro della scena ci sono ovviamente i concessionari di auto. «Noi siamo entusiasti si dia il via al portale degli incentivi – dice Luca Giovanni Crisci, direttore generale di “Campani Group” con sedi a Modena, Sassuolo e Reggio – visto che il governo ha iniziato a parlarne in gennaio e si apre il 3 giugno. Questa tempistica ha senz’altro generato una turbativa del mercato poiché i clienti si sono messi in stand-by, volendo giustamente vedere tipologia e caratteristiche degli incentivi. Il rallentamento nelle nostre vendite è stato così elevato soprattutto tra aprile e maggio mentre a partire da questa settimana tanti clienti sono ripassati in concessionaria. Aumentano anche gli interessati all’auto elettrica».

Crisci allarga il tema a questa tipologia: «Oggi l’incidenza di domanda di interesse sull’auto elettrica si aggira sull’8% di chi punta a cambiare l’auto anche se poi la vendita vera e propria è intorno al 4%. In ogni caso noi a tutti i clienti che ci chiedono un’auto a benzina e diesel mostriamo anche i preventivi di veicoli elettrici e ibridi, per il confronto. A me comunque resta sempre il dubbio di come possa, chi ha un’auto Euro 1-2-3 ossia risalente anche al 2001, poi passare direttamente a una elettrica. In genere, se non è stato intenzionato finora a cambiare quelle vecchissime auto… Noi in ogni caso facciamo molta informazione e spieghiamo che in certi casi si ha la possibilità di avere un’auto elettrica e cambiarla dopo tre anni, peraltro presto arriveremo a batteria con autonomia fino a 800 km».

LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI

Anche le associazioni di difesa dei consumatori giocano un ruolo importante sul tema. «Avere lasciato sei mesi senza copertura degli incentivi – dice Giuseppe Poli, responsabile trasporti di Federconsumatori Emilia Romagna – ha fermato il mercato e disorientato gli automobilisti. Il governo con questo balletto degli annunci del portale che ora finalmente arriva non è stato utile e così davanti alle incognite l’automobilista persegue con la sua auto a benzina e diesel, mezzi che sono l’85% del totale. Inoltre va detto che, purtroppo, l’obbligo Ue di avere nuove autovetture a zero emissioni di CO2 dal 2035, molti lo vedono un traguardo lontanissimo che non li riguarda. Inoltre per le colonnine di ricarica elettrica l’Italia, pur con una accelerazione che ha fatto superare i 39 mila punti di ricarica a fine settembre 2023, con una capillarità di 7,9 punti ogni 100 km di strade, figura ben al di sotto della media europea pari a 12,3 punti/100 km».