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Delitto di Fossa

Concordia. Omicidio Alice Neri, il carabiniere che ha ascoltato ore e ore di intercettazioni: «Gaaloul salì sull’auto della 32enne, l’ha detto al telefono al giornale»

di Daniele Montanari
Concordia. Omicidio Alice Neri, il carabiniere che ha ascoltato ore e ore di intercettazioni: «Gaaloul salì sull’auto della 32enne, l’ha detto al telefono al giornale»

A processo entra lo scoop della Gazzetta: «Non scese mai dalla macchina»

05 giugno 2024
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CONCORDIA È entrato nel processo per la morte di Alice Neri lo scoop che fece la Gazzetta il 10 dicembre 2022 con la telefonata in cui Stefania Piscitello intervistò – unica giornalista a riuscirci – Mohamed Gaaloul, allora fuggitivo all’estero con un mandato di cattura internazionale. Il 30enne tunisino, lo ricordiamo, è l’unico imputato con l’accusa di omicidio volontario e distruzione di cadavere.

La telefonata

Ieri la nuova udienza è stata tutta incentrata sulla testimonianza di Emidio D’Agostino, carabiniere del Nucleo investigativo di Modena che per tutto il giorno ha ripercorso in maniera dettagliatissima (indicando minuti e secondi) i movimenti di Gaaloul nella notte tra il 17 e il 18 novembre 2022 e quelli della macchina di Alice, grazie alle telecamere di videosorveglianza e alla mappatura del segnale gps del cellulare di lui. Il luogotenente ha ricostruito innanzitutto i movimenti di Gaaloul allo Smart Cafè di Concordia, fino al suo dirigersi verso l’auto di Alice che stava per partire. Ha indicato alle 3.40 il momento in cui la Fiesta è partita, e per confermare a bordo la presenza dell’uomo, ha citato proprio la sua conversazione con la Gazzetta. In quel colloquio infatti Gaaloul dichiarò di aver chiesto un passaggio a una ragazza bionda, pur dicendo di non conoscere Alice Neri e di non sapere che la sera seguente era stata trovata morta.

Ma la ragazza non poteva che essere Alice, dato che l’altra donna bionda che era stata vista quella sera nel locale, una cameriera, non ha avuto alcun contatto con Gaaloul. «Ci sono immagini che provano come non vi sia stato alcun contatto tra Gaaloul e la dipendente del bar – ha sottolineato il luogotenente – che dopo ha preso la macchina ed è tornata a casa sua a Mirandola. E lo stesso Gaaloul nella telefonata lascia intendere che la ragazza con cui è salito in auto era la stessa che aveva visto prima seduta a un tavolino con un collega». Dunque era Alice. «Nella telefonata emergono diverse incongruenze nel racconto di Gaaloul: non si capisce intanto dove lui avesse chiesto di essere portato da Alice. E sicuramente lui non è andato dalla polizia svizzera alla stazione come dice di aver fatto. La telefonata è del 10 dicembre, e il 2 era già stato emesso il mandato di arresto internazionale: se si fosse presentato, sarebbe stato subito arrestato».

Mai sceso dall’auto

L’investigatore dei carabinieri ha poi delineato tutto lo strano percorso che la Fiesta di Alice fece quella notte. Strano innanzitutto perché dalle telecamere e dal segnale del telefono di Gaaloul emerge che «per ben tre volte – ha rimarcato D’Agostino – la macchina è passata davanti alla casa dove Gaaloul viveva a Vallalta senza fermarsi». È accaduto in orari ben diversi: alle 3.40, alle 4.01 e alle 5.12. Dunque, quello che aveva chiesto Gaaloul non era un passaggio per tornare a casa. Perché nonostante ci fosse una telecamera posizionata vicino a casa sua a Vallalta, nei tre passaggi non inquadra mai una fermata e una sua discesa dall’auto. Verso le 4 l’auto è ferma in via Forella vicino all’argine, sempre nella zona di Vallalta, dove resta un’ora e 5 minuti. Poi si dirige verso Fossa arrivando, tramite il passaggio sullo sterrato, in via Griffona nel luogo in cui l’auto è stata data alle fiamme. D’Agostino ha poi ricordato che Gaaloul alle 8 del mattino è stato visto aggirarsi a piedi con i vestiti sporchi di olio nero. Uno dei suoi amici ha dichiarato di averlo visto così. E il rogo devastante che ha bruciato sia Alice che l’auto è stato alimentato proprio con olio esausto.l