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Violenza

Accoltella col cutter il collega: 45enne di Pavullo ricoverato in ospedale

Accoltella col cutter il collega: 45enne di Pavullo ricoverato in ospedale

L'uomo è stato colpito sul posto di lavoro in ceramica a Casalgrande da un 30enne che è stato arrestato

07 giugno 2024
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PAVULLO. Trenta giorni di prognosi per il ferito, un 45enne residente a Pavullo ora ricoverato in Chirurgia vascolare all’ospedale di Baggiovara, e l’arresto dell’aggressore 30enne con le accuse di lesioni personali gravissime e le aggravanti di aver usato un’arma e quella dei futili motivi.

È l’epilogo della brutale aggressione col cutter avvenuta nel cortile della Ceramica Keope di Casalgrande mercoledì 5 giugno, tra due dipendenti della società appaltante Fabbrica del lavoro, che si occupa della logistica del magazzino. Erano in fila per il carburante dei carrelli quanto è scoppiato il diverbio poi degenerato.

«Quanto accaduto alla ceramica Keope è grave e sarebbe sbagliato derubricarlo a una lite degenerata nella violenza». Il monito arriva dalla Fit Cisl, che da tempo segnala che «ogni volta che si parla di appalti logistici nella grandi aziende, cioè di forniture di personale esterno, è il carico di pressione che ricade sui dipendenti in appalto, ai quali si chiede in modo martellante di volare, creando in questo modo le condizioni ideali per lo stress che sfocia negli infortuni o nell’esasperazione dei rapporti tra persone».

L’invito di Gaetano Capozza, segretario di Fit Cisl Reggio Emilia, è di non fermarsi dunque all’episodio in sé per leggere cosa sta succedendo. Il sindacalista racconta come la sua categoria segua ogni giorno persone che lavorano come «muli da soma, nelle situazioni più estreme al servizio di aziende che vanno dall’agroalimentare al ceramico e per le quali svolgono le operazioni di movimentazione dei materiali che poi entreranno nella fase centrale del ciclo produttivo, di solito gestita da dipendenti diretti delle aziende».

«Ogni giorno raccogliamo storie che hanno tutte lo stesso minimo comune denominatore: ritmi esasperati, una costante pressione a centellinare anche i pochi minuti necessari per rimettere in fase un macchinario o per riallestire una delle aree di movimentazione delle merci – prosegue con queste parole Capozza – Parlo, quindi, di un mestiere durissimo, per il quale si va a recuperare forza lavoro in gran parte tra extracomunitari e questo, senza la necessaria operazione di mediazione culturale, porta nel microcosmo di un’azienda una miscela che può diventare esplosiva».

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