Ospedale di Carpi come rifugio: «Sbandati dormono all’interno, è inaccettabile»
La denuncia del sindacato Fials per il pronto soccorso. L’Ausl di Modena si difende: «Sono persone note, ci siamo attivati con i servizi sociali per trovare soluzioni»
CARPI. Per cinque notti consecutive, un gruppo di individui ha trovato rifugio presso il pronto soccorso dell’ospedale Ramazzini di Carpi.
Non si sarebbero limitati solamente a sostare lì la notte, ma avrebbe anche utilizzato i servizi sanitari e gli spazi più intimi della struttura, lasciandoli in condizioni deplorevoli.
«I disagiati – così li ha definiti Giuseppina Parente, sindacalista di Fials (Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Sanità) – non hanno creato particolari disturbi ai professionisti che stavano svolgendo i turni notturni. Si sarebbero limitati a bivaccare all’interno del Ramazzini, sfruttando impropriamente i suoi servizi».
«Alcuni sono giunti al pronto soccorso perché dei passanti li hanno trovati in condizioni difficili per strada e, non sapendo cosa fare, hanno attivato le ambulanze del 118, costringendole a portarli in ospedale – racconta Parente – Altri sono arrivati autonomamente, con l’intento di farsi una dormita in una struttura sicura. Nessuno ha provveduto ad allontanare questi soggetti durante la loro permanenza, e questo per noi di Fials è inaccettabile, perché spesso queste persone sono le stesse che, abusando di droghe e alcolici, creano disagi e provocano aggressioni alla struttura e al personale sanitario. E di episodi del genere, negli ultimi anni, se ne sono visti parecchi; quindi la nostra non è una paura infondata».
La cornice in cui questo episodio si è svolto, a detta di Fials, “è drammatica".
«Tutto ciò accade in un contesto in cui il personale del pronto soccorso è già ridotto all’osso a causa delle ferie estive non coperte, e i reparti sono in un affollamento costante – provoca la sindacalista – Il personale infermieristico è in calo e, nonostante le promesse dell’azienda ospedaliera di garantire un numero adeguato di infermieri, la struttura ospedaliera non sa ancora quali provvedimenti verranno presi per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, un tema su cui noi di Fials siamo molto impegnati perché, per mantenere le promesse di eccellenza sanitaria a cui la nostra regione è abituata, bisogna poter assicurare ai professionisti sicurezze e garanzie sul posto di lavoro».
L’Ausl di Modena ha prontamente risposto alle critiche del sindacato, smentendo anche molti contenuti dell’accusa, precisando che «il pronto soccorso e gli ospedali, di norma, sono luoghi aperti e pubblici per natura, pertanto non si può impedire l’accesso a chi ha un bisogno sanitario o sociosanitario».
Le persone in questione sarebbero già conosciute dall’Azienda Usl di Modena, che sta lavorando con il servizio sociale del Comune per «trovare soluzioni adeguate e garantire loro un’accoglienza appropriata».
Infine, l’Ausl ha specificato che «il numero di infermieri al pronto soccorso di Carpi è in linea con quanto previsto, permettendo il rispetto dei turni di lavoro. Le accuse di insofferenza tra i reparti e di ferie non coperte sono dunque infondate».
Uno scontro, quello tra sindacati e i vertici della sanità, che va avanti ormai dalla pandemia