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L'operazione

Truffatori smascherati: si presentavano come operatore delle Poste e maresciallo dei carabinieri

Truffatori smascherati: si presentavano come operatore delle Poste e maresciallo dei carabinieri

Una donna di Modena non ha abboccato alla truffa chiamata "spoofing", ricevendo due telefonate in cui si tentava di estorcerle denaro

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MODENA. Due telefonate, una dopo l’altra, in cui due diversi interlocutori, che si presentavano come “operatore di Poste Italiane” e “maresciallo dei carabinieri di Modena”, la invitavano a versare, a causa di un tentativo di frode informatica, un consistente buono postale a lei intestato su tre diversi conti messi a sua disposizione.

I due operatori dall’altra parte della cornetta garantivano che i soldi sarebbero stati così sottratti al raggiro e messi al sicuro. Non era così, era una truffa: la donna non si è fidata e ha chiamato i veri carabinieri che hanno potuto avviare un’indagine e risalire all’identità di tre persone, denunciate per il tentativo dei reati di frode informatica, di accesso abusivo ad un sistema informatico e per il delitto consumato di sostituzione di persona.

Succede a Modena ed è solo uno dei tanti casi di truffe – in questo caso online – che ogni giorno raccontiamo. Ma riavvolgiamo il nastro per capire meglio la vicenda.

Le due telefonate risalgono al tre febbraio scorso. Il fantomatico “operatore delle Poste” e il “maresciallo” hanno invitato, al telefono, la donna a versare un’importante somma di denaro su tre diversi conti correnti messi temporaneamente a sua disposizione dall’impresa pubblica dei servizi postali. Il motivo? Un presunto tentativo di frode informatica.

La donna, non fidandosi, non si era fatta prendere dal panico e aveva chiesto conferma ai veri carabinieri con una successiva quanto immediata telefonata. È stato in quel momento che ha capito di essere stata vittima di un tentativo di truffa, nel caso specifico con la tecnica criminale dello “spoofing”, ovvero un attacco informatico che consente di nascondere la propria identità per risultare “affidabile” agli occhi della vittima ottenere accesso a informazioni riservate e dati sensibili. È stato proprio grazie alla sua segnalazione se i militari sono riusciti a risalire ai colpevoli.

Questa truffa, qualora fosse andata in porto, le avrebbe causato un ingente danno economico. Proprio sui rischi legati allo “spoofing”, i carabinieri del comando provinciale di Modena hanno di recente messo in guardia soprattutto gli anziani nel corso di incontri a tema con la cittadinanza. Grazie al raggiro telefonico, infatti, esperti malviventi fingono di essere fonti affidabili ed estorcono telefonicamente informazioni riservate e dati sensibili convincendo le vittime ad eseguire movimenti di denaro online o anche presso sportelli bancomat. Nello specifico, i criminali si premuniscono di effettuare le chiamate telefoniche dopo aver attivato un profilo cosiddetto “voip” (voce tramite protocollo internet, ndr) su internet che gli consente di far visualizzare, sul telefono della vittima, numeri da questi preferiti. «Grazie anche a questi incontri – spiegano dal comando provinciale dell’Arma in una nota divulgata – la soglia di attenzione sul fastidioso reato è stata alzata». Ovviamente, esistono anche altri tipologie di truffe come quella del finto nipote che chiede aiuto ai nonni o quella dello specchietto.

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