Gazzetta di Modena

Modena

Elezioni amministrative 2024

Castelfranco, il sindaco è Giovanni Gargano

di Ernesto Bossù
Castelfranco, il sindaco è Giovanni Gargano

Il sindaco uscente confermato con il 55,46% dei voti grazie al “boom” della sua lista civica

10 giugno 2024
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CASTELFRANCO. Giovanni Gargano ha nettamente vinto le elezioni comunali a Castelfranco superando ampiamente la metà dei voti necessaria al successo nel primo turno.

Lo spauracchio del secondo turno, quello che nelle scorse amministrative, nel 2019, aveva regalato qualche brivido nella coalizione di centrosinistra, era sparito già verso le 16.30 di ieri: nel Comitato situato proprio davanti al Municipio militanti e dirigenti locali avevano raggiunto una tendenziale tranquillità, a cui è seguita la matematica certezza intorno alle 18 con successivo brindisi.

Una vittoria probabile ma non scontata, quindi, favorita, però, dalla scissione del centrodestra – Fratelli d’Italia e Lega con Rosanna Righini, Forza Italia con Claudio Malavasi – che lo scorso aprile aveva fatto grande clamore in città. Le percentuali parlano comunque della coalizione di centrosinistra al 55,4%, ampiamente al di sopra della metà meno uno che avrebbe significato secondo turno.

Un risultato bulgaro se considerato che si tratta di un Comune da oltre 33mila abitanti e svariate frazioni. Come si diceva, il progetto di una ampissima coalizione riformista e progressista a sostegno di Gargano ha funzionato. Proprio il sindaco uscente ha cercato di essere il collante di forze che su scala nazionale non sono esattamente dallo stesso lato della barricata ma che sono riuscite a trovare una quadra sui programmi. Se paragonato al risultato delle Europee, il Partito democratico ha fatto registrare un calo di una decina di punti percentuali, dal 43,9% al 34,8%, così come il Movimento 5 Stelle, in netta flessione dal 9,18% delle Europee al 5,11% delle amministrative.

La vittoria è quindi anzitutto di Gargano, la cui lista civica personale ha toccato quota 9,1%: un vero e proprio record che si è rivelato decisivo ai fini del risultato finale. Poco sopra il 3% anche Idee in Comune (3,67%) e Castelfranco Futura (3,56%). Gargano ha ottenuto, in questo modo, il 55,46% dei voti. La delusione è stato senza dubbio il centrodestra nella sua interezza.

A dir poco clamoroso è il crollo verticale di Fratelli d’Italia, che ha perso 1.400 voti dalle Europee alle comunali. Tradotto, in termini percentuali, i meloniani hanno toccato quota 23,4% alle Europee, scendendo di quasi dieci punti percentuali alle amministrative, dove sono arrivati al 14,2%.

La lista centrodestra per Castelfranco, nella quale era presente con il proprio simbolo la Lega, è arrivata al 3,7%. Anche il risultato di Claudio Malavasi non è stato certamente esaltante. Il dirigente dell’Esacri ha raccolto l’8,7%, diviso tra Liberi di Scegliere (4,6%) e una lista con diversi simboli di partiti politici tradizionali, tra cui Forza Italia e la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro, ferma al 4%.

La sorpresa positiva è stata invece Silvia Santunione, che si ripresentava come candidata a sindaco per la terza volta di fila ma che grazie alla civica Frazioni e Castelfranco (14,4%) e Civica Castelfranco-Forte Urbano (2,73%) ha raggiunto il 17,89%, appena sei voti al di sotto della Righini. Particolare non irrilevante è che proprio la civica Frazioni e Castelfranco è la seconda forza politica di Castelfranco, addirittura al di sopra di un partito tradizionale e nazionale come Fratelli d’Italia. In controtendenza l’affluenza è esattamente corrispondente rispetto alla precedente tornata, quella del 26 maggio del 2019: all’epoca votò il 69,29%, così come tra l’8 e il 9 giugno. I fattori determinanti sono stati diversi. Anzitutto la capacità, da parte di Gargano, di unire, intorno a sé, una ampia coalizione.

Il centrosinistra è stato poi capace, rispetto agli avversari, di ufficializzare la ricandidatura del sindaco uscente financo un mese prima degli avversari. A questo si aggiunga la scarsa attrattività di un centrodestra che ha corso più o meno sorprendentemente diviso, che non è riuscito, nelle trattative prima in provincia e poi a Roma, a trovare una quadra. Il bis di Gargano è servito.