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Biomedicale, l’ex Bellco annuncia 350 esuberi a Mirandola: scatta la protesta

Biomedicale, l’ex Bellco annuncia 350 esuberi a Mirandola: scatta la protesta

Mozarc, una delle più grandi realtà del distretto dell’Area Nord di Modena, ha comunicato l’intenzione di chiudere i reparti produttivi e di mantenere solo ricerca e sviluppo, più alcuni servizi a supporto. I dipendenti hanno risposto uscendo subito dall’azienda. Cgil e Cisl annunciano battaglia

12 giugno 2024
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MIRANDOLA. Lisa Vincenzi di Filctem Cgil Modena e Alberto Suffritti di Femca Cisl Emilia Centrale alzano lo scudo a difesa dei dipendenti di Mozarc-Bellco, una delle più grandi realtà del distretto biomedicale dell’Area Nord di Modena, i cui vertici aziendali hanno annunciato l’intenzione di chiudere la parte produttiva dello stabilimento di Mirandola. «Proposta a cui i lavoratori hanno risposto col gesto più semplice e più forte: l’uscita istantanea dalla fabbrica, primo step di una lotta che si annuncia a tempo indeterminato. Per ora l’unica certezza dopo lo shock dell’annuncio», spiegano i sindacati.

«Un fatto grave e inaccettabile – attaccano Vincenzi e Suffritti – che colpisce al cuore il distretto biomedicale di Mirandola e contro il quale è iniziata immediatamente dopo l’annuncio, la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori che, ne stia certa l’azienda, renderemo la protesta di un intero territorio e di una intera regione. Da queste parti abbiamo combattuto e vinto contro un terremoto e contro una pandemia, rendendo il biomedicale il motore europeo della ripartenza e del riscatto. Di sicuro non ci fermerà il diktat di una multinazionale che pretende di rottamare la vita di oltre 350 lavoratori e l’intero indotto».

Appena un anno fa veniva dato l’annuncio dello spin off, frutto dell’investimento congiunto di due colossi del settore come Medtronic e Da Vita. Oggi lo showdown, con la multinazionale che decide di abbandonare al loro destino centinaia di persone e il distretto mirandolese.

In questo momento l’azienda produce filtri e dispositivi per il trattamento delle patologie renali. «È un azienda con grandi potenzialità, sia in termini di infrastrutture ma soprattutto in termini di competenze professionali», proseguono Vincenzi e Suffritti.

Per il momento la leadership di Mozarc-Bellco ha comunicato che vorrebbe mantenere operativo a Mirandola solo il reparto di ricerca e sviluppo e alcuni servizi a supporto: «Una strategia che aggiunge al dramma la presa in giro, perché non può esserci ricerca se si blocca la produzione», attaccano Filctem Cgil e Femca Cisl, che rimandano al mittente nel modo più duro e netto questa decisione: «Ora è il momento che tutta la Comunità delle forze politiche, del mondo imprenditoriale e delle istituzioni, a cominciare dalla Regione e dal Governo col suo Ministero del Made in Italy, facciano una scelta di campo netta: oggi non dobbiamo solo difendere un’azienda che pure è enorme. Oggi siamo tutti chiamati a sbarrare la porta ad un modo di fare impresa tossico che può ammalare il biomedicale. Quindi, non lasciate soli le lavoratrici e i lavoratori, tenete insieme a noi altissima l’attenzione e portate questo tema anche in Europa. Non possiamo essere una volta di più il terreno di caccia per manager senza scrupoli».