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Economia e lavoro

Un corteo di protesta a Mirandola per dire «no» ai 350 licenziamenti all'ex Bellco

di Chiara Marchetti
Un corteo di protesta a Mirandola per dire «no» ai 350 licenziamenti all'ex Bellco<br type="_moz" />

Questa mattina la manifestazione. Regione e Ministero convocano un tavolo

14 giugno 2024
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MIRANDOLA I 350 dipendenti Bellco non si arrendono. Proprio questa mattina è in programma un corteo per ribadire a gran voce l’assoluta contrarietà rispetto ai licenziamenti annunciati dalla direzione Mozarc Medical. Promossa da Cgil e Cisl insieme ai sindacati di categoria Filctem e Femca, la manifestazione partirà alle 9.30 dal piazzale della vecchia stazione delle corriere di Mirandola e arriverà in piazza Costituente, passando per la circonvallazione.

Con bandiere, fischietti e striscioni, lavoratori e lavoratrici sfileranno per le vie della città dei Pico uniti dallo slogan “Giù le mani dal biomedicale”. «Vogliamo salvare il distretto – dicono Cgil e Cisl – dall’atteggiamento predatorio di multinazionali che mirano solo a massimizzare i profitti e alla finanziarizzazione delle imprese. Siamo tutti chiamati a sbarrare la porta a un modo di fare impresa tossico, che può solo ammalare il biomedicale».

Regione e Ministero si mobilitano

Intanto, qualcosa si muove. L’assessorato regionale allo Sviluppo economico e lavoro ha convocato un tavolo di confronto per mercoledì 26 giugno alle 15 nella sede della Regione a Bologna. All’incontro sono invitati a partecipare i vertici di Bellco-Mozarc, Confindustria Emilia Centro, i rappresentanti dei lavoratori, i sindacati confederali dell’Emilia-Romagna e di categoria, e gli enti locali.

Non solo. Anche il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha convocato un tavolo di confronto, su indicazione del ministro Adolfo Urso. All’incontro, che si terrà a Roma il 9 luglio alle 15, sono stati invitati i rappresentanti dell’azienda, dei sindacati, della Regione e del Comune di Mirandola. «Stiamo seguendo attentamente la questione – dice il Mimit – e siamo pronti a mettere in campo ogni azione per individuare una soluzione industriale volta alla salvaguardia produttiva e occupazionale, così come già avvenuto per l’azienda Magneti Marelli».

Ieri, saputa la notizia, i lavoratori e le lavoratrici davanti alla Bellco hanno applaudito, speranzosi. «Non ci illudiamo – ammettono – però è un bel segnale di speranza».

Attestati di solidarietà

Secondo Alberto Belluzzi, responsabile delle politiche territoriali di Lapam Confartigianato, non si può pensare di «chiudere la parte produttiva di un’attività così importante per il territorio che dà un lavoro stabile a 350 persone». Oltre a dimostrare solidarietà nei confronti dei dipendenti a rischio licenziamento, Belluzzi aggiunge: «Una soluzione potrebbe essere valorizzare la sanità pubblica e il distretto biomedicale dell’Area nord attraverso la realizzazione di un centro dialisi specializzato presso l’ospedale di Mirandola». Un’idea progettuale che è «entrata nel piano per la strategia e lo sviluppo dell’Area Nord elaborato da Nomisma e adottato da Ucman. Oltre al Tecnopolo, al corso Its biomedicale e al futuro corso universitario, si potrebbe aggiungere un centro dialisi che integri il servizio sanitario con le imprese del territorio».

Anche Europa Verde e Avs Modena esprimono solidarietà per i lavoratori Bellco e si dicono «pronti a scendere in campo a livello regionale e nazionale per sostenere le loro rivendicazioni».

Parole di conforto arrivano inoltre dalla diocesi di Carpi. «La tutela del lavoro deve venire prima di altre logiche. Confidiamo che la mobilitazione delle istituzioni apra spazi alla negoziazione delle organizzazioni sindacali e che si arrivi presto a un'alternativa».