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Raggiri bancari

La truffa della finta chiamata dalla caserma: una decina di casi a Modena, l’ultimo sventato

di Giovanni Balugani
La truffa della finta chiamata dalla caserma: una decina di casi a Modena, l’ultimo sventato<br type="_moz" />

Sul cellulare appare il vero numeri dei carabinieri

16 giugno 2024
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Finta indagine, finta caserma, finto numero di telefono, ma truffa vera. Così vera che a Modena e provincia si registrano già una decina di casi di persone che sono state raggirate e che hanno perso migliaia di euro. Ma c’è anche chi, nel teatrino messo in scena dai truffatori, riesce a uscirne indenne, come avvenuto nei giorni scorsi a San Cesario.

La truffa
Se voi riceveste una chiamata proveniente dalla caserma dei carabinieri, non vi fidereste? È questa l’idea alla base dell’ultima truffa inventata da questi professionisti del crimine. Sul vostro telefono arriva una chiamata e il numero in entrata è esattamente quello di una delle caserme dell’Arma vicine a voi.
È così realistica che basta prendere quel numero, inserirlo sul motore di ricerca di Google per scoprire che sì, chi vi chiama è proprio un carabiniere. E invece no.
In qualche modo gli specialisti del campo riescono a camuffare la telefonata.

L’ultimo caso
È avvenuto nei giorni scorsi a San Cesario, dove un cliente di Unicredit è stato vittima dello stesso tentativo. Anche per lui identico canovaccio, prima il contatto tramite un Sms, poi la chiamata dalla caserma. Una chiamata in cui viene detto alla vittima di recarsi immediatamente presso la filiale di fiducia per salvare il proprio conto corrente dagli hacker che stanno cercando di svuotarlo. Come? Facendo bonifici da migliaia di euro su conti di fiducia dei carabinieri che avranno cura del vostro denaro finché non ve lo restituiranno. E l’ultima raccomandazione: non dire nulla agli addetti della banca, perché loro stessi potrebbero essere i famigerati hacker che stanno rubando i vostri risparmi. E invece questo cliente di San Cesario, mantenendo sempre attiva la telefonata, è andato fisicamente in banca e ha passato la cornetta al direttore della stessa. Quest’ultimo ha immediatamente capito che si trattava di un tentativo di raggiro e quando il truffatore ha capito che le cose per lui si stavano complicando, è passato alle minacce.
«Mi ripassi subito il cliente e lei non si intrometta, sono un carabiniere», queste all’incirca le frasi pronunciate. Finché non ha desistito e ha riagganciato.

Persi 22mila euro
Se a San Cesario se ne sono andati a tasche vuote, l’altro giorno a Carpi i truffatori hanno fatto il pieno riuscendo a farsi girare 22mila euro da una parrucchiera che suo malgrado è rimasta intrappolata nella tela.
Di lei sapevano tutto, conoscevano numeri di telefono, professione e altre informazioni sensibili che sono state utili per rendere il tutto molto più credibile. Ad esempio, conoscendo la professione della donna, l’avevano invitata a giustificare uno dei due bonifici con l’acquisto di attrezzature per il negozio. In totale 22mila euro divisi in due bonifici istantanei e dunque non più annullabili. Ma i casi, come detto, in provincia si stanno sempre più diffondendo, tanto che se ne contano già una decina. Se si ha il minimo dubbio è necessario fare due cose: o chiamare le forze dell’ordine (112) o ancora meglio recarsi fisicamente presso il punto di polizia più vicino o nella filiale della propria banca di riferimento. In ogni caso, mai effettuare bonifici su conti suggeriti al telefono. Né i carabinieri né gli addetti delle banche vi inviteranno mai a fare operazioni simili.