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Dal pauroso schianto all'esame di maturità, la tenacia di Nicolò: «Volevo esserci»

Dal pauroso schianto all'esame di maturità, la tenacia di Nicolò: «Volevo esserci»

Il 29 maggio l’incidente mentre andava a scuola: «Sono appena tornato a casa dopo tre settimane di ospedale. È come se il tempo si fosse fermato»

19 giugno 2024
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MODENA. La mattina del 29 maggio stava andando a scuola. Poi l’incidente. La paura, guardando come era ridotta l’auto. L’ansia, fino a quando i medici non hanno detto che se la sarebbe cavata.

Il dolore, perché comunque le fratture ancora si sentono. Ma Nicolò Melli, che frequenta la 5CL del liceo linguistico Muratori San Carlo, oggi sarà seduto al suo posto per la prima prova della Maturità.

Sensazioni?

«Sono appena tornato a casa dopo tre settimane di ospedale. È come se il tempo si fosse fermato».

Cosa ricordi?

«Mi sono svegliato, come tutte le mattine e poi mi sono preparato per salire in macchina. Ricordo di essere partito e la memoria lì si ferma. Mi sono risvegliato in ospedale. Oggi (ieri, ndr) ho voluto tornare a casa con le mie gambe, fare quello che facevo di solito. Superare l’ingresso a piedi, poi mi sono subito sdraiato sul letto. Ho avvertito la sensazione di un tempo lento, come se fossi rientrato da scuola dopo tre settimane».

Fisicamente come ti senti?

«Acciaccato ma fortunato. Lo penso ogni volta che mi fa male la mano sinistra, che ha qualche tendine lesionato. Ogni volta che sento il respiro tra lo sterno e le costole rotte. Dal mercoledì dell’incidente alla domenica successiva sono stato sotto morfina. Poi il dolore è iniziato a farsi sentire. Ma, ripeto, prevale la sensazione positiva di avercela fatta».

I medici cosa dicono?

«Che è andata bene. E non mi hanno mai fatto mancare nulla. Sono stato a Baggiovara tre settimane e hanno fatto di tutto per farmi arrivare ad oggi in grado di sostenere l’esame. Li ringrazio per l’impegno e l’umanità. Mi hanno dimesso dopo una tac che avrei dovuto fare tra una settimana. Ho spinto io sui tempi ma anche loro erano d’accordo».

Oggi che giornata sarà?

«Particolare. Ma volevo esserci. Ho perso gli ultimi giorni di scuola, quelli del quinto anno che uno sogna per una vita. I miei compagni non mi hanno fatto mancare nulla e sono venuti tutti a trovarmi per vivere insieme queste giornate. Fuori dalla retorica, con amicizia sincera. Li ringrazio davvero. Allora ho detto: devo essere con loro per l’esame».

Non è rischioso?

«Porto ancora il busto e non riesco a stare a sedere a lungo. Ma la scuola si è dimostrata da subito al mio fianco. Hanno fatto allestire la saletta infermeria accanto alla mia aula, in modo tale che se avrò bisogno di sdraiarmi durante le sei ore potrò farlo. Devo ringraziare anche i professori: mi hanno scritto mail, messaggi, tanti mi sono venuti a trovare. La professoressa Doris Hauck dal primo minuto è stata in contatto con la mia famiglia e ha fatto di tutto per potermi mettere a mio agio in questa situazione. Ovviamente subito pensavamo che il mio esame sarebbe stato possibile solo nelle suppletive di settembre, ma non poteva finire così. Ci dovevo essere, per me ma soprattutto per loro. Sono stato in ballo fino all’ultimo, poi ho capito che sarebbe stato possibile».

Fa effetto?

«Sì, ma è il suo bello. Lunedì sera è venuta a trovarmi anche la preside. La ringrazio, non mi era mai capitato di conoscerla davvero in 5 anni, non era tenuta a farlo ma ha voluto sincerarsi delle mie condizioni. Mi ha detto che non ero obbligato a fare l’esame subito e che la scuola ci sarebbe sempre stata, Le ho detto che me la sentivo ed è stata contenta nel vedermi così determi nato».

L’emozione da esame c’è?

«Certo, figuriamoci. Ma conta tutto il resto. Per due settimane non sono stato in grado di studiare, negli ultimi giorni ho riguardato qualche libro mentre in ospedale miglioravo. L’orale è previsto il 5 luglio, poi la maturità finirà».

La prima cosa che farai?

«Trovare il tempo per salutare tutte le persone che mi sono state vicino, dire a loro che sono in forma, ringraziare chi mi vuole bene e chi mi ha salvato, dai vigili del fuoco ai soccorritori».

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