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Pavullo, i ragazzi “speciali” incantano a teatro: «È questa l’inclusione»

di Daniele Montanari
Pavullo, i ragazzi “speciali” incantano a teatro: «È questa l’inclusione»

Mac Mazzieri pieno e applausi a scena aperta per lo spettacolo Peter Pan realizzato dalla compagnia dei "Cosmonauti"

22 giugno 2024
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PAVULLO. Ha superato ogni aspettativa la compagnia teatrale dei “Cosmonauti”. Nata come grande scommessa per fare inclusione tra un gruppo di ragazzi disabili – o meglio, con bisogni speciali – già l’anno scorso aveva stupito riempiendo il teatro Mac Mazzieri di Pavullo con il suo primo spettacolo. Stavolta l’ha fatto per due sere dietro fila, portando in scena una rilettura di Peter Pan (tra commedia e ironia) per cui non finivano mai gli applausi. Questo vuole dire che la storia continuerà, e che stupirà ancora.

È successo l’11 e 12 giugno, in due serate che rimarranno nella memoria. Sul palco ragazzi di Pavullo, Serramazzoni e il resto della montagna: Maurizio, Massimiliano, Antonella, Samuele, Enrico, Giada, Patrizia, Davide, Carlotta, Francesco, Asia, Mattia, Simone e Giovanni, sotto lo sguardo attento della regista Alessia Ingrami. Alle scenografie, Riccardo e Tazio, seguiti da Nathaly Hernandez. Fonici, Mattia Della Giustina e Laura Volpi.

Insieme hanno creato una magia. Uno spettacolo vero, con ritmo veloce, una complessità di dialoghi e di cambi di scena e momenti in cui c’erano contemporaneamente anche nove attori sul palco. E tutto questo davanti a un pubblico di centinaia di persone. Sarebbe stato difficile per chiunque, e invece alla fine tutto è riuscito così bene che qualcuno ha detto che «non si capiva quali erano i ragazzi autistici e quali no», con tanto di standing ovation.

«Allora significa che siamo riusciti a fare inclusione vera» sottolinea Alessia Ingrami, regista e pedagogista che lavora da vent’anni con disabili, e che da tre è anche educatrice per l’associazione FrignAut, a cui è stato devoluto tutto l’incasso (il teatro è stato concesso gratuitamente dal Comune). «È stato il coronamento di un percorso iniziato a ottobre – spiega – ritrovandoci tutti i lunedì sera. I ragazzi l’anno scorso hanno dato vita a una vera e propria compagnia, e stavolta ci siamo voluti cimentare con qualcosa di molto più complesso. Hanno rivelato doti magnifiche, non solo nello spettacolo ma anche nell’attività didattica che abbiamo portato avanti in questi mesi con le scuole, nei laboratori educativi. Credo che si sia creato qualcosa di veramente speciale, partendo da un punto fermo: il rifiuto delle etichette di “autistico” o “Down” nella consapevolezza che esistono invece solo persone, con le loro caratteristiche uniche. Che, se valorizzate, come abbiamo visto possono davvero stupire: abbiamo già richieste di esibirci in altri cinque comuni».

«Con il teatro è stato creato uno splendido progetto di formazione e inclusione – nota Erika Zironi, mamma di uno dei ragazzi – dopo lo spettacolo ci sono arrivate subito altre richieste di ragazzi che vogliono diventare attori o scenografi. Sono ovviamente i benvenuti: il gruppo vuole e può crescere ancora, grazie al sostegno della splendida comunità che ci circonda».