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Bellco, la protesta non si ferma a Mirandola: «Proteggere i lavoratori disabili». E oggi arriva l'assessore regionale Vincenzo Colla

Bellco, la protesta non si ferma a Mirandola: «Proteggere i lavoratori disabili». E oggi arriva l'assessore regionale Vincenzo Colla

I due attivisti Campanini e Vezzani si sono uniti al presidio

24 giugno 2024
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MIRANDOLA. «È fondamentale proteggere i diritti di tutti i lavoratori, in particolare quelli più vulnerabili». Sono le parole Marco Campanini e Paolo Vezzani, due volontari della Ihrc (International human rights commission) e attivisti per i diritti delle persone con disabilità, che sabato si sono uniti al presidio di lavoratori e sindacalisti davanti ai cancelli della Mozarc-Bellco per protestare contro la decisione aziendale di cessare la produzione nello stabilimento locale.
Com’è noto, questa decisione dell’azienda ha scatenato una forte reazione da parte dei lavoratori e dei sindacati, che da giorni protestano davanti alla sede di Mirandola perché temono per il futuro occupazionale di molti dipendenti. In particolare Campanini e Vezzani sono arrivati nella Bassa per evidenziare i numeri che riguardano le persone con disabilità.

Proteggere i lavoratori vulnerabili
«Attualmente – spiegano – il gruppo Mozarc - Bellco impiega 350 persone direttamente, numero che sale a 500 considerando l'indotto. Una parte del personale è rappresentata da dipendenti con disabilità: l’azienda dovrebbe infatti avere nel suo organico il 7% di lavoratori disabili, pari a 25 persone».
In realtà, secondo i due attivisti, «la Bellco ha sempre usufruito della possibilità di derogare parzialmente al meccanismo delle quote di riserva pagando alla regione Emilia-Romagna un contributo esonerativo. Nel 2020, l’azienda aveva ottenuto l’autorizzazione a non assumere 10 lavoratori disabili, pari al 40% della quota di riserva, pagando un contributo di oltre 80.246,16 euro per il 2021».

L'appello alle istituzioni
Campanini non è nuovo a tali manifestazioni: plurilaureato e disoccupato, da oltre un paio d’anni gira l’Emilia-Romagna per protestare davanti alle aziende che si avvalgono di tale pratica per mettere in luce quello che ritiene essere la reale causa dietro l’elevato tasso di disoccupazione delle persone con disabilità. I due attivisti hanno comunque voluto spostare i riflettori sulle sorti de “La Zerla”, una cooperativa sociale che impiega una trentina di lavoratori disabili e che fa parte dell'indotto del settore biomedicale presente nel modenese. «È fondamentale proteggere i diritti di tutti i lavoratori, in particolare quelli più vulnerabili – ha dichiarato Campanini – La chiusura della produzione non solo mette a rischio il futuro di molti dipendenti, ma ha un impatto devastante anche sulle persone in condizioni di fragilità che lavorano nell’indotto». «La Zerla è una risorsa vitale per la comunità modenese – ha aggiunto Vezzani – La sua chiusura rappresenterebbe un duro colpo per le famiglie che vedono in questa cooperativa l’unica speranza per evitare l’isolamento dei loro ragazzi con gravi disabilità fisiche e psichiche».

Oggi arriva l'assessore regionale Colla
Il presidio dei due attivisti è «un appello alle istituzioni e alla comunità locale affinché si facciano carico della situazione, trovando soluzioni che possano salvaguardare i posti di lavoro e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori, specialmente quelli più vulnerabili».
In questo senso, oggi, lunedì 24 giugno, sarà presente davanti ai cancelli dell’ex Bellco di Mirandola anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla per fare il punto della situazione insieme al personale riunito in assemblea.