L'emergenza maltempo in Appennino, che incubo a Pavullo: tre allagamenti nel giro di 12 ore
Temporali choc anche di sera e alle 4 di notte. Devastati negozi, garage e cantine: «Adesso basta»
MODENA. Tre allagamenti nel giro di 12 ore. È questo che è incredibilmente successo a Pavullo in un’emergenza piogge difficile da dimenticare.
Non bastava il disastro provocato dal nubifragio di lunedì pomeriggio, 24 giugno: neanche il tempo di dare una prima sistemata che la notte, verso le 23, è arrivato un temporale anche peggiore del primo. Ed è successo di nuovo: il canale tombato del Rio Cogorno che è collassato riversando lungo via Marchiani acqua che ha allagato tutto. Ma ci sono stati allagamenti anche a monte, come in via Liguria (nella zona di Villa Prediera) diventata un fiume. Il tutto con la complicazione del buio, che ha reso ancor più difficile l’emergenza.
E non era ancora finita: alle 4 di notte un altro temporale fortissimo, con ancora gli stessi problemi. Anche perché non c’era stato il tempo materiale di fare defluire l’acqua delle 23.
Tutto allagato
Allagati garage e scantinati: ieri mattina c’erano ancora 2 metri d’acqua nella rimessa sotto al condominio dove c’è il ristorante Principe. Allagato anche il garage della polizia Stradale, che però per fortuna aveva tolto tutti i mezzi, con l’aiuto anche di una ditta di spurgo (quella di Daniele Gianelli) che ha scardinato il portone d’ingresso bloccato dall’acqua. Allagati di nuovo anche i garage interrati sotto al cinema, dove già nel pomeriggio erano stati danneggiati alcuni mezzi comunali. I quadri elettrici sono finiti fuori uso, togliendo elettricità al palazzo: è saltata anche l’ultima proiezione del cinema, che però ormai era a stagione finita. E poi si sono allagate le varie attività commerciali.
Il forno
A partire dal forno Camatti, alle prese davvero con un incubo: i titolari hanno lottato per tre volte al giorno contro metri d’acqua che hanno invaso il negozio. «In trent’anni di attività non ci era mai successo di andare sott’acqua per tre volte in poche ore, è davvero incredibile – sottolineano – ormai non sappiamo davvero più come fare. Più che comprare delle paratie, delle pompe, più che alzare i macchinari in magazzino non sappiamo cosa fare. Non è bastato proteggere l’ingresso, perché sono esplosi i tombini e l’acqua veniva dappertutto. Non è possibile andare avanti così: ogni volta i danni sono sempre più pesanti, e in più perdiamo anche due giorni di lavoro: è una situazione ingestibile. Chi di dovere, Comune o enti superiori, deve fare la sua parte: studiare bene il problema, e portare una soluzione».
La rosticceria
Stesso film alla Rosticceria Giardini, all’angolo con via Giacomelli: «È stato anche peggio dell’anno scorso – nota Paola Renusi, titolare con Gian Luca Boncompagni – siamo stati invasi dall’acqua e dal fango che arrivavano dappertutto, anche dal bagno. Eravamo appena andati a casa dopo aver pulito tutto il pomeriggio, poi alle 23 è successo di nuovo, e poi dopo alle 4. Non è possibile che succedano queste cose per un temporale: se non fanno qualcosa per questo Rio Cogorno, qui non si vive più ogni volta che piove».
L’edicola
«Avevo pulito per tutto il pomeriggio e poi alle 6.15 della mattina quando sono venuto a riaprire c’era di nuovo l’acqua dappertutto – osserva amaro Giampaolo Gianaroli dell’edicola di fianco alla stazione – non si può andare avanti così. Pavullo ha avuto uno sviluppo enorme rispetto agli anni ’50-’60 in cui è stato fatto il canale tombato. Non è più adeguato, e costituisce un pericolo in caso di eventi climatici estremi, a cui purtroppo dovremo fare l’abitudine. Bisogna risolvere la situazione, l’impianto va adeguato».
La ditta di spurgo
Per la ditta di spurgo di Daniele Gianelli, così come per altre, è stata una notte insonne a correre da una parte e dall’altra per cercare di arginare la situazione. E ieri mattina era ancora lì a svuotare, assieme ai vigili del fuoco, il garage interrato del palazzo del ristorante Principe, dove c’erano due metri d’acqua. «Credevo di aver finito dopo l’emergenza delle 23 e invece non ho avuto neanche il tempo di tornare a casa che bisognava riportare fuori tutti: avevo pompe ovunque, dal cinema al garage della Stradale. Ci sono state scene impressionanti: al forno Camatti ho visto l’acqua entrare dalle finestre. Io e tanti altri abbiamo cercato di fare di tutto per tamponare l’emergenza. Ma bisogna fare in modo che cose del genere non succedano più».