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Il caso

Casa in affitto negata a una coppia gay a Modena, il proprietario: «Vogliamo solo “famiglie normali”»

di Paola Ducci
Casa in affitto negata a una coppia gay a Modena, il proprietario: «Vogliamo solo “famiglie normali”»

Un professionista modenese denuncia l’atto discriminatorio

27 giugno 2024
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MODENA. «Siete due uomini? No niente casa, noi vogliamo una famiglia». È senza parole Alessandro Manfrendini, noto creativo e art director modenese (conosciuto in città anche con il soprannome di “Jumbo”), per quanto gli è accaduto ieri mattina, a seguito di una sua telefonata ad una nota agenzia immobiliare con sede nel cuore di Modena.

La storia
«Su consiglio di un’amica, poiché sto per cambiare casa – racconta Manfredini – ho chiamato un’agenzia immobiliare per poter visionare un appartamento in zona centro che poteva fare al caso mio. Chiamo l’immobiliare e dopo uno scambio piuttosto lungo e dettagliato di informazioni con l’agente riguardo la mia situazione patrimoniale e familiare (peraltro trovandomi costretto a rivelare dettagli di carattere estremamente personale che a mio avviso violano la privacy di una persona), fissiamo un appuntamento per le 12.20 in via Cavour, per procedere con la visita dell’immobile. Sempre su richiesta dell’agente al telefono – continua Manfredini – avevo spiegato chi sono e di cosa mi occupo nella vita dando informazioni anche su Bruno, la persona che convive con me da più di 20 anni. Poi mi metto al computer a lavorare ma, tempo 5 minuti, mi richiama la signora dell’agenzia e mi dice testuali parole: “Il proprietario vuole una famiglia...”».

A quel punto Manfredini è incredulo, ma forse pensa di aver frainteso il tono della chiamata e così chiede chiarimenti. «A quel punto – sottolinea – rispondo prontamente “Scusi, mi dica cosa intende il proprietario per famiglia” e lei subito “Un uomo e una donna e possibilmente un figlio”». La reazione di Manfredini nei confronti dell’agente immobiliare è stata piuttosto dura, visto che a lui non era più concesso visitare l’immobile. «Del resto, sfido chiunque a non avere una reazione brusca – spiega l’art director – è chiaro che l’appuntamento per vedere l’appartamento era saltato solo perché io sono gay e convivo con un uomo. Questo lo ritengo un fatto gravissimo».

Situazione discriminatoria
Manfredini riferisce che la signora dell’agenzia immobiliare ha provato a discolparsi della spiacevole situazione discriminatoria che si era creata nei suoi confronti affermando che lei era solo un tramite e non aveva nessuna colpa se il proprietario aveva fatto questa scelta.
«Certo capisco che la signora abbia provato ad uscire dalla forte situazione di imbarazzo che si è creata – spiega ancora – ma io mi chiedo come sia possibile che, oggi, a Modena, un’agente immobiliare si presti a riferire a potenziali clienti del rifiuto da parte del proprietario di mostrare un appartamento a persone, che comunque avrebbero tutte le caratteristiche e le garanzie economiche richieste per poterlo affittare, solo per una presa di posizione palesemente omofoba. Mi chiedo anche – conclude Manfredini deluso e molto amareggiato per l'accaduto – come sia possibile che una agenzia accetti di rappresentare persone che scelgono a chi affittare la casa in base alla tendenza sessuale degli inquilini o, come spesso sappiamo essere accaduto in altre situazioni, in base alla razza, di fatto rendendosi complici di questi atteggiamenti discriminatori».