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Conti in rosso

Un buco da 124 milioni di euro per la sanità di Modena, ma i sindaci approvano i bilanci

di Maria Vittoria Scaglioni
Un buco da 124 milioni di euro per la sanità di Modena, ma i sindaci approvano i bilanci

Per l’Ausl il rosso è di 82,5 milioni, per Policlinico e Baggiovara 42,7. La conferenza sanitaria dà l’ok: astenuti Mirandola, Cavezzo e San Felice

28 giugno 2024
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MODENA. Un buco da 124 milioni di euro per la sanità modenese. «La perdita complessiva stimata per l’anno 2024 risulta pari a 82,5 milioni per l’Ausl e a 42,7 per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena», riferiscono le due aziende sanitarie nel giorno della prima Ctss (Conferenza territoriale sociale e sanitaria) post Giancarlo Muzzarelli. Il bilancio, tuttavia, è stato approvato dai sindaci, con la sola astensione di Mirandola, Cavezzo e San Felice, tutti a guida centrodestra.

La giornata
Ieri l’ordine del giorno della Ctss ha previsto l’elezione del nuovo presidente, che è risultata nella nomina del sindaco Massimo Mezzetti; c’è poi stato il parere favorevole all’unanimità ai due documenti che consentono la programmazione annuale per la complessiva gestione delle aziende, di fatto i bilanci.
L’ex sindaco Muzzarelli, in quanto ultimo presidente, ha convocato la conferenza, confezionando un resoconto degli ultimi anni: «Il bilancio viene approvato in corso d’anno ancora una volta, purtroppo. Naturalmente i problemi ci sono e sono complessi, innanzitutto perché ancora manca l’impatto nazionale».
La carenza dei finanziamenti, con il rapporto tra il pil e gli investimenti sulla sanità che continua a calare, resta il difetto di fondo. Mancano più di cinque miliardi di euro, eppure i servizi devono essere garantiti: «Si fanno i decreti – prosegue l’ex sindaco – senza impegnare risorse e si chiede ai professionisti di lavorare di più. Questa è una pazzia che dobbiamo combattere».

Mancano professionisti
Il punto più complicato resta il potenziamento delle risorse per la ricerca di professionisti e il ruolo fondamentale dell’università nel recuperare il deficit di personale a tutti i livelli, dagli infermieri ai medici: «Come regione e conferenza socio-sanitaria abbiamo dato un’impostazione completa alla provincia, con la rete ospedaliera e l’hub di Modena da una parte e le reti sanitarie territoriali con il Pnrr dall’altra».
È un periodo di ripartenza complicato, ricco di progetti, ma soprattutto con il Pnrr, le cui scadenze sono perentorie, da mettere in campo: «Non dobbiamo costruire scatole vuote: con i direttori di Ausl e degli ospedali cercheremo di attuare diverse strategie, ma dobbiamo unirci per chiedere al governo le risorse».
Rincara il presidente della provincia Fabio Braglia. Senza finanziamenti sarà impossibile ridurre i tempi di attesa o concretizzare progetti studiati per aree con esigenze specifiche, come la montagna o le periferie.
La direttrice generale di Ausl Modena Anna Maria Petrini si concentra sui numeri effettivi: «Nonostante il bilancio sia stato fatto a metà anno i costi sono tutti rappresentati. Si parla di un disavanzo di 82 milioni e mezzo di euro per Ausl». Pur essendo inferiore rispetto all’anno precedente, il rendiconto presenta una struttura di costi incrementali importanti. Si citano, ad esempio, i rinnovi contrattuali del personale della dirigenza e comparto e della medicina convenzionata di Ausl: da soli costano 12 milioni di euro: «Registriamo anche un tasso inflattivo che è passato dall’8% del 2022 al 5,5% del 2023».
I maggiori costi dipendono da una riduzione di contributo per le spese energetiche: altri due milioni e mezzo di euro. Infine ci sono i farmaci, sia convenzionati che ospedalieri, farmaci imprescindibili, come i più innovativi contro i tumori e il diabete.
«Il bilancio di previsione è sotto di 42 milioni per Aou – conclude il dg Vagnini –. Dal periodo covid ci sono stati costi incrementali che non hanno previsto alcun tipo di copertura».
Questo l’ultimo atto del primo cittadino uscente. Nel corso della conferenza i sindaci della provincia hanno potuto consultare le slide aggiornate, che includono i tanti obiettivi raggiunti, ma che pure testimoniano quanto lavoro ci sia ancora da fare, con un buco che in totale vale 125 milioni di euro. Spazio ai nuovi, dunque.