Gazzetta di Modena

Modena

L'omicidio

Anna, la salma ancora a Modena. Attiva la raccolta fondi per i figli

di Stefania Piscitello
Anna, la salma ancora a Modena. Attiva la raccolta fondi per i figli<br type="_moz" />

I genitori della 40enne uccisa dal marito vogliono riportarla in Bielorussia

30 giugno 2024
2 MINUTI DI LETTURA





MODENA. La salma di Anna Sviridenko, la 40enne uccisa il 10 giugno scorso dal marito da cui si era separata, Andrea Paltrinieri, è ancora a Modena, in attesa di altri accertamenti.

Solo dopo che l’autorità giudiziaria si sarà pronunciata e darà il nulla osta, il corpo della donna potrà essere trasferito in Bielorussia, suo paese d’origine, su volere della famiglia.

I genitori della donna, dopo il terribile femminicidio, sono partiti proprio dalla Bielorussia in un viaggio durato diversi giorni e sono arrivati a Modena per il funerale. Sono ancora in città, e a loro al momento sono stati affidati i due figli di tre e cinque anni che Sviridenko aveva avuto con Paltrinieri.

La raccolta fondi

Anche sul futuro dei due bambini, si attendono sviluppi. Per aiutare la famiglia della donna con le spese per il rientro della salma in Bielorussia, ma anche per sostenere, per quanto possibile, il futuro dei due bambini, fin dalle prime fasi la Società operaia di muto soccorso di San Felice ha avviato una raccolta fondi. A tal proposito è ancora attivo il conto corrente presso Sanfelice 1893 Banca Popolare (sede centrale) e intestato alla Società operaia di Mutuo soccorso. L’iban per contribuire è: IT92H0565266980CC0010159648. «Dall’istituzione del conto, avvenuta due settimane fa, la Società operaia – così Davide Calanca, un amico e vicino di casa di Anna – sta regolarmente effettuando trasferimenti ai nonni materni».

Calanca continua con una riflessione: «Sono vividi i tanti ricordi che serbiamo di Anna, e che si fanno più forti, accompagnati da un estremo rammarico di non aver potuto fare di più. O nel mio caso, di non essere stato più convincente nelle mie esortazioni), quando incrociamo lo sguardo dei suoi bimbi».

Il 10 giugno Andrea Paltrinieri si è presentato al comando provinciale dei carabinieri di Modena, dichiarando di avere trasportato, all’interno del baule del suo furgone, il cadavere della moglie.

La 40enne, da cui Paltrinieri si era ormai separato e con la quale nei mesi scorsi si era conteso l’affidamento dei figli (che proprio quel giorno erano stati affidati in via esclusiva a Anna), aveva un sacchetto di plastica in testa legato da un filo elettrico.

E sotto il sacchetto, c’era una cintura stretta al collo della vittima. La 40enne era un medico e aveva un doppio lavoro tra Innsbruck, Modena e Carpi (aveva preso una casa in affitto a San Felice): macinava 1500 chilometri a settimana per mantenere la famiglia con turni massacranti, anche di notte, per potere trascorrere più tempo possibile con i suoi figli.