Montecorone e il monte della Riva: l'itinerario alla scoperta di piccoli borghi medievali
La nostra guida dell'Appennino nella "tappa" tra il Sasso di Sant’Andrea e il Bosco delle Tane
Itinerario nella parte orientale della media collina modenese, alla scoperta di piccoli ma caratteristici borghi medievali quali Montecorone, Samone e Castellino delle Formiche. Non mancano altresì interessanti spunti naturalistici e panoramici quali il Sasso di S.Andrea (fratello minore dei più famosi Sassi di Roccamalatina), il Bosco delle Tane e il Monte della Riva, da cui si gode di un’ampia visuale sulla valle del Panaro. Il tragitto complessivo è abbastanza lungo ma può essere facilmente accorciato oppure, in alternativa e con poche modifiche, percorso in mountain bike.
ROCCAMALATINA
Lasciata l’auto a Roccamalatina (ampio parcheggio nei pressi del campo sportivo), si raggiunge la provinciale e la si percorre per circa 500 metri in direzione di Zocca fino ad imboccare sulla sinistra via Lamari che ben presto diventa una piacevole sterrata in mezzo al bosco. Superata una borgata, il sentiero scende ad attraversare il ruscello e quindi risale, un po’ ripido, fino a giungere ai piedi del bellissimo borgo di Montecorone. Dall’altra parte, verso nord-est, si nota il Sasso di S. Andrea, un grande blocco di arenaria che sbuca dalla vegetazione e che presenta una scarpata di circa 20 metri di altezza; esso è raggiungibile con una deviazione di circa 1 ora A/R (sentiero n. 9 o 422/1) e dalla sua sommità si gode di uno splendido panorama sulla vallata.
IL SENTIERO CAI
Si prosegue brevemente sulla stradina asfaltata in discesa (via Montecorone) per poi prendere a sinistra il sentiero CAI 428 (11) e raggiungere la frazione di Calizzano; qui si gira a sinistra sul sentiero 11A che continua in salita e lungo il quale si possono notare alcuni esemplari di betulla, antica eredità dell’ultima glaciazione. Siamo nel cosiddetto “Bosco delle Tane”, un’area boscosa caratterizzata dalla presenza di pareti di arenaria costellate da grotte più o meno profonde a cui la fantasia popolare ha dato nomi fantastici come la “Tana della Celeste”, “delle Felci Pendenti” o “del Gatto Mammone”. Durante la Seconda guerra mondiale, alcune di queste grotte furono ampliate ed abitate dalle popolazioni locali per sfuggire ai bombardamenti. Giunti su un sentiero più pianeggiante (10A) lo si segue a destra fino a sfociare nuovamente sulla provinciale che seguiamo a sinistra fino alla grande rotonda prima di Zocca. Qui prendiamo a destra il sentiero che ci condurrà alla borgata di Serra di Montalbano, la cui origine risale al 1300. Si prosegue dritto sul sentiero 1c che percorre il ripido versante meridionale del Monte della Riva poco sotto al crinale e lungo il quale si possono osservare numerosi esemplari di pino nero (piantati dall’uomo più di 50 anni fa) che resistono bene a questo ambiente difficile. Superata la cima vera e propria del Monte della Riva (che non viene toccata dal sentiero), si raggiunge infine il Monte della Cisterna (788 m) sul quale sorge un oratorio della fine dell’Ottocento.
DA VEDERE
Qui un tempo sorgeva un castello di cui oggi non rimangono tracce se non quelle della cisterna dell’acqua piovana.
Il luogo è davvero molto piacevole: un bel prato, una fontana, numerose panchine e alcuni punti griglia. Poco più sotto è presente anche un piccolo punto panoramico dal quale è possibile scorgere le vette più alte degli Appennini bolognese, modenese e reggiano: Corno alle Scale, Cimone e perfino il Cusna fanno da sfondo alla vallata del fiume Panaro costellata di piccole borgate. Il rientro avviene seguendo il sentiero CAI 440/2 (1) che ci condurrà fin quasi al punto di partenza.