Gazzetta di Modena

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Il triste ritrovamento

Gatto ucciso dentro a un sacchetto a bordo strada a Finale Emilia

di Chiara Marchetti
Gatto ucciso dentro a un sacchetto a bordo strada a Finale Emilia

La volontaria del gattile di Mirandola: «Episodi sempre più frequenti»

06 luglio 2024
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FINALE. La crudeltà non va in vacanza. Ieri mattina, grazie alla segnalazione di alcuni dipendenti di un'azienda di Finale Emilia, è stato trovato un gatto in fin di vita, chiuso con la cerniera dentro a una sacchetto di tela. «Erano da poco passate le 8 – racconta Evelina Alberghini, volontaria del canile-infermeria gatti “L’isola del vagabondo” di Mirandola – e sono corsa subito sul posto, nel polo industriale di Finale. Ho trovato il sacchetto a bordo strada, adagiata sul prato. I dipendenti mi avevano detto che l’avevano vista muoversi, ma quando sono arrivata io era immobile».

Dopo aver aperto la cerniera, la volontaria ha tirato fuori il micio. «Era in coma, probabilmente perché è stato fuori tutta la notte e per il freddo è andato in ipotermia. Non mi aspettavo di trovarlo in quello stato, probabilmente si è agitato per ore provando a liberarsi».

Senza perdere tempo, Alberghini l’ha caricato in macchina per portarlo dal veterinario, che però ha potuto solo constatarne il decesso. «Era un maschio castrato, curato e ben nutrito. Non aveva il microchip di riconoscimento, ma sicuramente non era un randagio». Non sapremo mai chi l’ha portato lì e per quale motivo. «Vedo questo genere di situazioni tutte le settimane – continua Evelina, 25 anni e volontaria dell’Isola del vagabondo dal 2018 –. È noto che gli abbandoni capitino solo nel sud Italia, ma non è vero. Lunedì ho recuperato un gatto che stava per essere mangiato dalle larve, il mese scorso ne ho salvato un altro della nostra colonia felina. Qualcuno gli aveva sparato dei pallini di piombo nel gomito».

Per quanto a volte sembri inutile, la volontaria e i colleghi continuano a sensibilizzare la cittadinanza. «Sulle nostre pagine social raccontiamo le storie degli animali che abbiamo salvato e proviamo a far capire quanta cattiveria c’è in giro». La regola numero uno è: chiedere aiuto. «Se l'animale ha bisogno di cure specifiche e si è in difficoltà economiche, si può sempre chiamare un'associazione per farsi aiutare. Se non si riesce più a gestire un gatto o un cane, perché l'alternativa dev'essere farlo morire a bordo strada? Non è giusto e anzi, rimane un atto vile e ripugnante. Chiamateci, chiamateci, chiamateci. Non ci stancheremo mai di ripeterlo».

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