«Salvati a Cogne con l’elicottero»: la famiglia Boni di Sassuolo racconta la paura
Erano in vacanza proprio nei giorni del disastro dovuto al maltempo: «Strade cancellate, niente acqua, telefono e internet non funzionavano»
Sassuolo Tantissima paura, poi tutto si è “quasi” risolto bene, come in un film. Tra le centinaia di persone rimaste coinvolte nel disastro di Cogne, a seguito del nubifragio di sette giorni fa, c'è anche una famiglia sassolese, formata da Andrea Boni, dalla compagna Francesca e dai due figli minori.
Una odissea vissuta davvero con tanta apprensione anche se non sono stati coinvolti fisicamente e nemmeno nei loro effetti personali(bagagli e auto) ancora tutti però in Valle d’Aosta. «Premetto che sono un appassionato di montagna e proprio a Cogne vado da oltre 20 anni – dice Boni – e anche stavolta, coi bambini, visto che la mia compagna era impegnata a scuola, dal 20 al 30 giugno avevo previsto un soggiorno di vacanza in quella località. Nell'ultima settimana era previsto l'arrivo di Francesca e così è stato. Tutto regolare fino a sabato 29, vigilia del rientro a Sassuolo ma anche il giorno del disastro».
«NON C’È PIÙ LA STRADA»
Disastro che è riassumibile, oggi, con una località turistica, Cogne, tra le più gettonate della valle, che è stata investita da un nubifragio che ha riversato 130 millimetri di acqua nella zona, che si sono aggiunti alle abbondanti nevicate che c'erano state fino a 20 giorni prima: un disastro, che ha di fatto cancellato un paio di frazioni ed ampi tratti della strada, unica strada, che collega Aosta con Cogne e le frazioni vicine.
«Quando domenica scorsa mi sono alzato – continua Boni, ex consigliere comunale della Lega – la prima persona che ho incontrato è stato un vigile del fuoco, al quale ho chiesto se fosse successo qualcosa di grave, visto che nella notte non avevamo sentito nulla, a parte la pioggia e che eravamo in procinto di partire per Aosta. La risposta è stata: “Ad Aosta non ci si va, non c'è più la strada”. Improvvisamente mi si è parata davanti l’ipotesi della gravità di ciò che ci aveva appena sfiorati. Sono andato in municipio e, parlando col sindaco di Cogne ho presentato le nostre esigenze e che la mia compagna doveva rientrare a Sassuolo per presenziare agli esami di maturità già il giorno dopo. Avendo fatto questa richiesta i nominativi di Francesca e dei bambini sono stati inseriti tra i primi tra quelli che sono stati trasferiti in elicottero da Cogne ad Aosta, nello stesso pomeriggio, poi in autobus fino a Bologna, dove sono stati recuperati e portati a Sassuolo».
«APPENA POSSIBILE, TORNO A COGNE»
Intanto Boni, che aveva sul posto la sua auto ed i bagagli di tutti, ha atteso novità. «Sono rimasto a dormire nello stesso appartamento che avevamo occupato coi miei - prosegue Boni nel suo racconto – ed alla fine del periodo ho ottenuto dal padrone di casa di poter lasciare in solaio tutte le valigie e gli zaini che avevamo portato su. Sono rimasto sul posto tra mille imprevisti (senz'acqua per un paio di giorni, con razionamento, senza linee telefoniche ed internet). È stato come essere dentro a una guerra che vedi in televisione, senza armi ma con le conseguenze simili, soprattutto nella viabilità di collegamento tra Cogne ed Aosta: unica strada, affettata a metà. Anche per me, dopo coloro che avevano urgenza, è toccato il trasferimento in elicottero per Cogne, poi autobus fino a Milano e treno fino a Reggio Emilia, dove è arrivato mio padre a recuperarmi».
Cosa ci si porta dentro, dopo aver tirato diversi sospiri di sollievo ed in vista di poter tornare sul posto a recuperare auto e bagagli? «Ci si porta tanta paura – chiude – come nel momento in cui uno dei bambini, con la sua manina, che mi salutava dall’elicottero. Paura che succedesse di nuovo nel giro di poche ore, paura passata ma che rimane nella mia mente e nel mio cuore. Ma appena sarà possibile torno su perché Cogne è il luogo della mia anima e non ne posso fare a meno».
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