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Modena, suicida dopo un ricatto erotico racconta l’incubo in una lettera

di Stefania Piscitello
Modena, suicida dopo un ricatto erotico racconta l’incubo in una lettera

Un 50enne di Fanano un anno fa si impiccò per le continue richieste di denaro. I carabinieri hanno arrestato un 40enne italiano e c’è un ricercato

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Prima di togliersi la vita ha scritto una lettera in cui, disperato, denunciava di essere stato vittima di un odioso ricatto da parte di due persone a lui ignote.

Lo avevano ripetutamente costretto a versare cospicue somme di denaro minacciandolo di diffondere immagini sessuali esplicite, che lo ritraevano in momenti di autoerotismo, registrate attraverso la condivisione della telecamera del proprio telefono cellulare in occasione della visione di un video dal contenuto pornografico.

L’uomo, un 50enne di Fanano, si era poi impiccato il 28 agosto dell’anno scorso nella sua abitazione. I carabinieri hanno avviato subito le indagini che hanno portato mercoledì all’arresto di un 40enne italiano gravemente indiziato dei delitti di concorso in estorsione aggravata continuata e istigazione al suicidio. Ora è in carcere: è ricercato anche un ivoriano di 26 anni.

La tragedia

L’incubo che ha vissuto il cinquantenne prima di togliersi la vita è stato sintetizzato da lui stesso in quel manoscritto che ha deciso di lasciare il 28 agosto dell’anno scorso, nella sua abitazione in cui si è tolto la vita. Una lettera in cui raccontava di quei due uomini che erano riusciti a farsi consegnare ingenti somme di denaro facendolo finire sul lastrico.

Continue e pesanti richieste di soldi, che avevano portato la vittima a parlare ai due indagati delle sue intenzioni di uccidersi. Non aveva infatti più denaro per pagare il prezzo del ricatto. Li ha supplicati, ma loro non lo hanno ascoltato. Alla fine non ce l’ha più fatta, e ha deciso di compiere un gesto estremo.

Le indagini

In seguito al ritrovamento del corpo e della lettera, le forze dell’ordine hanno subito avviato gli accertamenti. Dopo le indicazioni di indagine disposte dal pubblico ministero, i carabinieri sono riusciti a identificare gli indagati e a ricostruire con precisione gli importi, i tempi e le modalità di versamento del denaro che il cinquantenne aveva disposto mediante Poste Pay. Si parla di somme di denaro cospicue che avevano portato la vittima sul lastrico.

A quel punto, sulla scorta delle fonti di prova acquisite, anche attraverso intercettazioni – che si sono rivelate fondamentali – la procura ha disposto la perquisizione locale e personale degli indagati, effettuata il 2 dicembre scorso.

Una perquisizione che ha dato esito positivo. Infatti sono stati trovati e sequestrati documenti, messaggi e files che hanno rafforzato l'ipotesi accusatoria e dimostrato la professionalità ed abitualità delle condotte di "sextortion" poste in essere dai due indagati: azioni commesse anche nei confronti di altre vittime.

L’arresto

Mercoledì i carabinieri della Compagnia di Pavullo, coadiuvati dai carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, nel Salernitano, hanno arrestato e portato in carcere un uomo di 40 anni, dando esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Modena, su richiesta della Procura.

Il delitto di istigazione al suicidio è punito con una pena che va dai 5 ai dodici anni.

Sono in corso le ricerche per rintracciare il complice, un uomo di ventisei anni di nazionalità ivoriana, anch’esso destinatario del provvedimento cautelare; al momento si è sottratto alla cattura.

La drammatica vicenda oggetto di indagine dimostra ancora una volta la pericolosità di condividere con sconosciuti la telecamera del proprio telefono cellulare e computer, così come informazioni e immagini della propria vita privata. Dimostra anche l'importanza di denunciare tempestivamente ogni condotta estorsiva senza sottostare ai ricatti.  

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