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La protesta

Pnrr, ecco quanti fondi perdono i Comuni virtuosi: «Dal governo una mannaia»

di Stefano Luppi
Pnrr, ecco quanti fondi perdono i Comuni virtuosi: «Dal governo una mannaia»

Presentato il conto: record a Roma e Milano, in Emilia Romagna mancheranno 12 milioni a Bologna, 4 a Modena e Parma. «Così rischiamo di dover eliminare servizi essenziali, dai nidi all’assistenza»

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MODENA. Con i recenti tagli del governo ai finanziamenti agli enti locali praticamente tutti i comuni e province d’Italia, causa conti pubblici sempre più problematici, sono chiamati a risparmiare sempre più. Ma ora oltre al danno dei minori fondi – meno 250 milioni in tutto – dovranno subire anche una beffa visto che saranno soprattutto gli enti locali che meglio si sono comportati sul fronte della programmazione con fondi del PNRR a dover fare i maggiori sacrifici. Lo spiegano più sotto gli esperti. Al centro della discussione ci sono i tagli dell’ultima spending review, operazione governativa che probabilmente metterà a rischio servizi come il welfare e la scuola. Il governo, peraltro, analizzando i numeri va con la scure in modo netto in Emilia Romagna. Qui, infatti, preso l’elenco dei capoluoghi di provincia, tutti quelli emiliano romagnoli – dieci, anche se in realtà oggi Forlì e Cesena sono in una provincia unificata – sono nelle prime trentacinque posizioni relative ai minori trasferimenti dal centro alla periferia. Restando ai comuni di grandi dimensioni Bologna perderà ben 13 milioni di euro in cinque anni, Parma ne perderà 4 così come Modena mentre Reggio segue a ruota con 2, 8 milioni (tutte le cifre sono lorde) . Se sono queste le città più penalizzate va rilevato che va un po’meglio (ma solo un po’) ai capoluoghi amministrati dal centro destra in regione. A Ferrara risulta un taglio di 2, 7 milioni da qui al’28 mentre a Forlì sarà di 1, 9 milioni.

Tagli per tutti e una beffa

Pochi giorni fa il Ministero dell’Interno ha reso note le cifre di questo che è un colpo durissimo per le amministrazioni locali. Se nei prossimi cinque anni Roma si vedrà tagliare 80 milioni di euro e 48 Milano non stanno bene neppure le altre e in particolare Genova rinuncerà a 18 milioni di euro e Firenze a 15 milioni.. Come si diceva i tagli penalizzano di più chi ha “vinto” maggiori progetti finanziati con il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” dell’Europa (40 miliardi di circa 200 sono finiti ai comuni) . Il governo, scrivono su lavoce.info gli economisti Marco Leonardi e Leonzio Rizzo, «sostiene che agli enti locali che sono riusciti ad avviare progetti Pnrr, in gran parte rivolti ad attivazione di asili nido, scuole dell’infanzia e riqualificazione di aree depresse, verrà richiesto un taglio di spesa maggiore rispetto a comuni che non hanno fruito dei fondi Pnrr. La logica di questa impostazione è quella di considerare i fondi Pnrr come sostituti di potenziali fondi nazionali. Se utilizzo risorse Pnrr, non ho più bisogno di fondi nazionali, che quindi non devono essere impiegati per finanziare ulteriore spesa. Il ragionamento non è proprio lineare visto che la riduzione, basata di fatto su quanta spesa per investimenti è stata finanziata tramite Pnrr, può intervenire indistintamente su spesa corrente e spesa per investimenti». Anche se la questione è molto tecnica e complessa si comprende agevolmente che gli effetti dei tagli che il governo Meloni ha licenziato nei giorni scorsi avranno risvolti molto pratici nella vita dei cittadini. Si mettono, in sostanza, a rischio servizi importanti per i quali occorrerà trovare altri fondi.

I Comuni in subbuglio

L’operazione è molto negativa secondo Luca Vecchi, fino a poche settimane fa presidente ANCI Emilia Romagna (a settembre sarà eletto il successore) . «A Roma – dice l’ex sindaco di Reggio Emilia – hanno dovuto rimodulare i tagli agli enti locali rendendoli funzionali all’equilibrio dei conti pubblici perché evidentemente avranno sbagliato le previsioni di crescita. In ogni caso ora il governo Meloni taglia, con la protesta che arriva da enti di ogni colore politico, anche perché con il contenimento dei finanziamenti sul territorio ci sono le ricadute sulle spese in conto corrente degli enti locali e ciò inciderà sicuramente sui servizi, soprattutto sul welfare». Per Vecchi dunque il giudizio è doppiamente negativo: «Siamo di fronte a un Esecutivo che da un lato promuove l’autonomia differenziata, sulla quale io sono contrario, dando appunto autonomia ai territori. Ma dall’altro lato taglia agli enti locali mostrando la sua visione politica iper centralista. La premier Meloni sostanzialmente dice a chi ha ottenuto fondi PNRR in base a una buona e premiante progettazione: “visto che in quel campo hai lavorato in maniera virtuosa ti riduco in proporzione i fondi”».

Gli amministratori

Su tutte le furie amministratori e politici. «Superata la fase elettorale – dice l’assessore ai lavori pubblici di Modena Giulio Guerzoni – il governo ha preso le forbici in mano e deciso di penalizzare i comuni virtuosi come il nostro. È una vergogna. L’avevamo già denunciato nei mesi scorsi, ora è arrivata la conferma con il decreto governativo sulla spending review. Ricordo che ai tagli di oggi e dei prossimi anni si aggiungono quelli dello scorso marzo per la spending review informatica: per il 2024 siamo a quota 1, 2 milioni di euro. Ciò è assurdo». Aggiunge Diego Lenzini, capogruppo Pd in consiglio comunale a Modena: «I tagli mettono in difficoltà i bilanci di un Comune virtuoso e capace di raccogliere fondi come quello di Modena. Ciò vuol dire meno risorse per i servizi alla persona e per la manutenzione e meno risorse per gli investimenti: dobbiamo riuscire a mantenere gli stessi servizi facendoli costare meno senza tagliarli. Non sarà semplice e deve essere chiaro il ruolo che le scelte che piovono da Roma hanno sulla vita dei cittadini».l