Gazzetta di Modena

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Appennino Green
L'intervista

«Montagna, che passione», parola di guida ambientale

di Laura Solieri
«Montagna, che passione», parola di guida ambientale<br type="_moz" />

Elisa Guerri, 41 anni di Modena, racconta la sua esperienza come Gae: «L’Appennino modenese incarna la bellezza silenziosa»

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MODENA. Il suo amore per il turismo slow e la montagna viene da lontano: già all’età di 9 anni faceva le prime salite al Monte Cimone e andava volentieri a funghi con il suo papà, grande camminatore e montanaro Doc. Da qui, si può dire, che sia iniziato tutto quello che oggi ci racconta Elisa Guerri.

«Non ricordo un periodo della mia vita nel quale non sia stata con mio padre nel bosco o in campagna con mio nonno a fare lavoretti manuali – ricorda con un sorriso Elisa Guerri, 41 anni, modenese, Guida Ambientale Escursionistica iscritta ad Aigae, la più grande associazione di categoria del settore (su Instagram come @iosonoeliguerrigae e Telegram “a spasso con Eli gae”) - Il lavoro di Guida è un vero e proprio ritorno alle mie origini e radici. Durante la pandemia da Covid, come molti di noi purtroppo, ho vissuto un momento di profonda crisi personale e quello che mi ha salvato è stato poter stare all’aria aperta in campagna e nei boschi. La mia visione della vita è completamente cambiata e ho iniziato a credere fortemente nel potere curativo del cammino e della natura, anche come incontro con l’altro. Della mia professione amo ogni cosa, dallo studio continuo al sopralluogo fatto spesso in solitudine, lentamente e con passione, per scovare angoli nuovi dell’Appennino e della nostra Media Montagna e non solo, fino alla conoscenza profonda con i clienti che conosco e incontro durante il mio lavoro. Adoro paradossalmente anche gli imprevisti in escursione, che pur essendo all’ordine del giorno, permettono sempre di migliorarsi e conoscere profondamente l’animo umano nel rapporto con se stessi e con gli altri».

Del nostro Appennino, ci sono tantissimi sentieri che Elisa porta nel cuore e consiglia, ad esempio il Percorso Anello Orto Botanico dell’Abetone, Lago Nero, alpe delle Potenze, Lago Piatto, un trekking meraviglioso al confine con la Toscana, che permette di scoprire un habitat unico, fino a raggiungere i crinali favolosi, che fanno capolino sulle Apuane e sul mar Tirreno con immancabile tappa finale nel Borgo incantato di Fiumalbo, per una merenda a base di gelato e mirtilli. E ancora: San Pellegrino e quello che da sempre viene definito Il Giro del Diavolo: «Non si possono elencare tutti i cammini storici che passano per di qui, dalla via Vandelli, alla Bibulca, passando per la Via Matildica del Volto Santo e le numerose leggende che qui si narrano, una meravigliosa passeggiata sul crinale da fare al tramonto con cena finale in Rifugio – spiega Elisa che richiama anche il Grande Anello della Valle Fredda (con salita al Lago Pratignano) nella Valle dell’Ospitale (Fanano) - Penso che ognuno dovrebbe recarsi almeno una volta nella vita a visitare questo ecosistema unico, così interessante ma anche estremamente fragile, per poi riscendere a valle e seguire una delle strade storiche più importanti della nostra regione, la via Romea Nonantolana, con il suo fascino millenario e i suoi borghi fantasma. Il sentiero delle Cascate di Sant’Annapelago e le Cime di Romecchio è un vero classico estivo che porta frescura nei giorni più caldi, un gioiello riportato alla luce dai volontari locali, che hanno ripristinato antichi sentieri e strade forestali, usate un tempo dai pastori e i carbonai e oggi possono essere godute da tutti gli appassionati. Non posso non richiamare l’Anello della Riserva di Sassoguidano, un luogo quasi incontaminato, con spunti storici e culturali davvero unici. Anche la nostra Media Montagna ha tanto da dire, soprattutto nella tarda estate, da fare anche e soprattutto con la famiglia».

Nella sua attività, Elisa cerca sempre di creare escursioni “esperienziali” curando un tema, un fine, una ricerca e non solo l’aspetto “agonistico”, sia che si tratti di un laboratorio per famiglie, sia di un pubblico di adulti che ha ovviamente esigenze e aspettative diverse.

«Le più particolari che ho fatto rimangono sicuramente quelle con il mio grande amico fonico Davide Cristiani, dove siamo andati letteralmente a caccia dei suoni della natura, in luoghi particolari dell’Appennino. Grazie alla sua attrezzatura, abbiamo regalato ai partecipanti la “traccia” dell’uscita, un ricordo unico e delicato» dice Guerri che per questa estate consiglia di non partire prevenuti e di intraprendere anche sentieri magari poco battuti.

«E naturalmente partecipare ad un’escursione con una guida Ambientale Escursionistica, un valore aggiunto che spesso non viene ancora totalmente compreso e valorizzato - conclude Elisa - Scaricare la traccia dall’App è facile, ma ognuno di noi, e lo dico di tutti i miei colleghi locali, ha storie uniche da raccontare! Sicuramente il nostro Appennino non offre scorci spettacolari come le Dolomiti, ma non per questo è da sottovalutare. Potrei nominare almeno un paio di salite a cime che senza le condizioni climatiche ideali, possono essere un vero rompicapo, anche per l’escursionista più esperto. Per me l’Appennino modenese incarna la bellezza silenziosa e non chiassosa che tarda un po' a farsi amare a pieno, ma che dopo averti conquistato, non ti lascia più. Le carte vincenti: storia, cultura, tradizioni, enogastronomia».

Nei prossimi giorni continueremo a pubblicare anche itinerari lungo il nostro Appennino che . l