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Appennino Green
L'intervista

In cerca di relax sull'Appennino: «Camminare nel verde induce calma interiore»

di Ginevramaria Bianchi
In cerca di relax sull'Appennino: «Camminare nel verde induce calma interiore»

La dottoressa Anna Rita Rapanà: «Si attivano aree cerebrali in grado di indurre rilassamento. Ci sono studi scientifici a supporto»

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MODENA. Si dice che quando si è stressati bisogna fare una passeggiata nella natura e, in questo caso, scienza e tradizione popolare sono giunte per vie diverse alla medesima verità. È tutto vero: percorrere sentieri in montagna a contatto con la natura aiuta a rilassarsi e a stare meglio. Come? Ce lo ha spiegato la dottoressa Anna Rita Rapanà, nota psicologa modenese.

Dottoressa Rapanà, come è possibile che fare attività all’aperto ci rilassi?

«Stare nel verde e sperimentare tante nuove cose attiva alcune aree celebrali in grado di indurre ad esempio rilassamento e calma interiore. La conferma scientifica a supporto di questa ipotesi è del biologo e neuroscienziato Bud Craig. Nei suoi studi sull’attivazione di alcune parti del cervello umano in contesti naturali, egli ha individuato nella corteccia insulare sinistra, una significativa attività parasimpatica in grado di favorire rilassamento ed attraverso l’ipofisi, il rilascio di ormoni del piacere conosciuti come endorfine».

Quindi si può dire che quest’estate le ferie le si passa in montagna?

«Il nostro appennino potrebbe essere il ricostituente migliore, con le sue bellezze naturali, i suoi panorami, i tantissimi percorsi adatti al livello di difficoltà di ciascuno.

«Un rigeneratore naturale di caratteristiche psichiche positive insospettabili. La montagna come luogo fisico, diventa lo spazio simbolico di diverse capacità di pensiero ed abilità emotive, oltre che di attività specificamente corporee».

È vero che i colori della natura, come il verde, calmano e tranquillizzano?

«L’esposizione cromatica può influire sui flussi di concentrazione e su alcune funzioni psico-emotive.

«Ci sono differenze in ognuno di noi per alcune variazioni tonali e di saturazione su specifici colori. Il verde e le sue declinazioni richiamano sensazioni di fresco e rilassano: questo il motivo per cui anche linguisticamente le associamo a termini che ne aumentano le suggestioni, come polmone verde o verde speranza».

L’appennino modenese potrebbe dunque avere dei tratti rilassanti ed altri attivanti. Saprebbe farmi degli esempi?

«Certo. Dalla tranquilla camminata intorno al suggestivo Lago della Ninfa al trekking più impegnativo sulle vette del Cimone: ogni qualvolta ci poniamo di fronte ad un impegno fisico in grado di spaziare con lo sguardo su una scala maggiore, rispetto ai soliti luoghi angusti in cui viviamo, ci si apre la mente, e ci si attiva il pensiero.

«Gli spazi aperti, il colpo d’occhio su un’ampia vallata, un affaccio su un tramonto, o il profilo di più cime distanti, ci fanno cogliere il senso del tutto, che spesso ci manca. La quotidianità urbana ci impone dei limiti, il senso della prospettiva in città è fortemente ridotto. Da qui l’importanza di riuscire a trovare uno spazio naturale che ci riconnetta con uno orizzonte più ampio, uno scenario interiore che si amplifica assieme allo sguardo in natura.

«Orizzonti reali e simbolici si compensano e si integrano. Anche solo pensare ad una meta da raggiungere in escursione, rinforza il fatto di poterlo fare anche su obiettivi diversi nella vita di tutti i giorni. Non di meno, il rispetto per l’ambiente aumenta con la consapevolezza di farne parte».