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Ravarino, restano solo due medici: «Come faranno gli anziani?»

di Maria Vittoria Scaglioni
Ravarino, restano solo due medici: «Come faranno gli anziani?»

Seimila abitanti, la metà dovrà “traslocare” nei paesi vicini

02 agosto 2024
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Ravarino Mancano i medici di base. Il grido d’allarme attraversa l’Italia da tempo e anche a Ravarino la situazione si è recentemente aggravata: da quasi due anni Ausl sta tentando di individuare un nuovo medico che possa sostituire una dottoressa che ha ottenuto il trasferimento, ma non si trova un titolare che accetti l’incarico. Anche reperire sostituti si è rivelato impossibile, così Ausl ha messo in campo un team di medici che alternandosi potessero fornire la copertura di base e che ha operato da gennaio fino a oggi. L’obiettivo era fornire una soluzione temporanea, una strategia d’emergenza fino alla chiusura dello spazio medico. E così è stato.

Rischio esclusione

«Il 31 luglio abbiamo ricevuto una lettera in cui ci veniva notificato che il 2 agosto il centro avrebbe chiuso, quindi senza nessun preavviso. Siamo poi stati invitati a scegliere un medico tra i due rimanenti nel comune di Ravarino e tra quelli dei Comuni di Nonantola e Bomporto».

È Daniele Morselli, ex consigliere comunale, a parlare. Ravarino conta più di seimila abitanti, un numero per cui ovviamente due medici non sono sufficienti, calcolando che ogni dottore per legge può seguire al massimo 1.500 pazienti. C’è il rischio che a rimanere esclusi siano gli anziani o i soggetti più fragili.

«Io ho 71 anni, ma le persone anche più anziane non è detto che siano automunite o che siano in grado di spostarsi diversamente».

Non sempre i parenti sono disponibili o presenti, senza contare che la rete dei trasporti pubblici è carente. I collegamenti con i centri più grandi, come Modena e Carpi, e ancora di più con comuni e frazioni limitrofe, sono ridotti al minimo.

«I medici di base dopo aver fatto i concorsi ed essere stati assegnati a Ravarino si trovano a dover pagare l’affitto di un ambulatorio e un segretario perché manca un luogo centrale, dove possano operare in associazione con altri medici».

Questa potrebbe essere una delle ragioni della carenza di medici sul territorio, ma il problema, si sa, è di portata nazionale. Spesso si ricorre alle uniche soluzioni possibili, che però comportano svantaggi enormi: l’alternarsi di figure diverse, ad esempio, non garantisce alcuna continuità per il paziente. Servono medici che possano stabilirsi sul posto e diventare figure di riferimento per la comunità.

«Un problema politico»

«È un problema non solo sanitario, ma anche politico. Ci dicono di ribellarci, ma se fossero gli amministratori a incatenarsi e a manifestare, le cose cambierebbero davvero. Uno dei due medici tra l’altro va in pensione tra pochi mesi e non so come faremo», conclude sconfortato Daniele Morselli.

A caccia del sostituto

La questione che va tenuta a mente è la difficoltà concreta di spostamento dei più fragili. Si discute su quali siano le responsabilità, ma la cosa più importante è vagliare possibili soluzioni. A questo proposito la sindaca di Ravarino, Maurizia Rebecchi, commenta: «Il Comune di Ravarino, pur essendo in pianura, somiglia per certi aspetti ad alcuni paesi di montagna, anche nella carenza di personale medico. L’impegno di Ausl è quello di continuare a cercare il sostituto».

Nel frattempo, la sindaca ha concordato un incontro con i cittadini a settembre per aggiornarsi sul tema. Come prospettiva si pensa ai medici appena laureati, che devono essere incentivati a investire sul territorio. Speriamo nei giovani, dunque.

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