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Musica e tradizione

Il ponte con l’Irlanda fa il tutto esaurito a Pavullo e Polinago

di Daniele Montanari
Il ponte con l’Irlanda fa il tutto esaurito a Pavullo e Polinago

Michael McGlynn ringrazia per i concerti gremiti e il workshop: «Nel 2025 pronti a fare ancora di più»

06 agosto 2024
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PAVULLO. «Quest’anno per la prima volta abbiamo visto i contorni di quello che speravamo di raggiungere quando nel 2019 siamo arrivati per la prima volta a Pavullo. Abbiamo visto l’entusiasmo della gente, e quanto questo sia importante per tramandare ancora, oggi, la musica e la cultura delle origini».

I concerti

Le parole entusiaste di Michael McGlynn domenica sera, dopo l’ultimo trionfale concerto alla pieve di Renno, suggellano il ponte tra Irlanda, Pavullo, Polinago e il resto del mondo costruito con la prima edizione de “I Luoghi della Voce”, questo festival così speciale organizzato dall’Accademia Musicale del Frignano (con il sostegno della Fondazione di Modena e la collaborazione dei Comuni di Pavullo e Polinago) che ha visto il pienone e centinaia di persone nei tre concerti che si sono tenuti in cornici speciali: venerdì i Viulàn a Villa Settecento, sabato il gruppo femminile delle Systir (per la prima volta in Italia) nell’antica chiesa di Gombola e domenica gli irlandesi (e non solo) Anúna a Renno.

Il workshop

Appuntamenti doppiamente speciali, perché sono stati l’incontro tra la musica antica del Frignano (vedi i Viulàn) con la tradizione irlandese ed europea (Systir e Anúna). Ma anche perché tutto questo è avvenuto nella cornice di un workshop (quello estivo che prima McGlynn faceva a Dublino) a cui hanno partecipato 50 allievi di canto da sette nazioni, fin da Giappone e Australia. Li ha conquistati la storia di questi canti, che ora porteranno nel mondo.

Un “matrimonio”, quello tra il Frignano e le altre tradizioni di canto, nato per caso l’anno scorso dalla pubblicazione del video delle prove di “L’è e mez d’la sira”, brano dei Viulàn in dialetto modenese che, riarrangiato da Massimo Orlandini, in pochi giorni ebbe mezzo milione di visualizzazioni, con commenti incantati da parte di gente che non poteva capirne il testo. Ma che si riconosceva nel sentimento. Nel workshop poi il ponte tra le culture si è arricchito anche col ballo, vedi le lezioni di monferrina che ha dato giovedì il gruppo di Benedello (con Giampaolo Cantergiani, Sonia Muzzarelli, Andrea Balestri e Leo Muzzarelli), tra l’entusiasmo degli allievi di fronte a questa danza scatenata.

Arrivederci al 2025

In chiusura, Michael domenica sera ha voluto dedicare un brano a Ivana Bernardoni (presidente dell’Accademia Musicale del Frignano) e a Massimo Orlandini (insegnante del workshop e membro degli Anúna), «senza cui questa esperienza non sarebbe mai nata». E c’è stato un commovente abbraccio finale. E adesso? Già si pensa al 2025: «È stata un’esperienza magnifica – commenta Ivana – in cui si è visto tutto il potenziale di questo festival, che raccoglie le braci di una tradizione musicale che si sta spegnendo, accendendo un fuoco. Speriamo che il prossimo anno possa essere allargato a tutti i comuni del Frignano, e ai suoi luoghi splendidi».