Autopsia chiave del giallo del 26enne trovato morto a Sassuolo
Ci sono diversi elementi da chiarire sulla morte di Hamza Essifer, a partire dalla sua ultima uscita di casa scalzo nel cuore della notte
SASSUOLO. Sarà l’autopsia la chiave del mistero della morte, in circostanze tutte da chiarire, di Hamza Essifer, il 26enne di origini marocchine, ma nato in Italia, ritrovato venerdì in fondo a un calanco dalle squadre che lo stavano cercando dal 7 agosto. Solo l’esame medico infatti è in grado di chiarire cosa sia accaduto dopo la sua insolita uscita di casa, ripresa nelle ultime immagini che si hanno di lui.
La tragica scoperta
Il ritrovamento è avvenuto vicino alla casa di campagna in cui viveva da alcuni mesi, sulla strada per Casara. Le telecamere di videosorveglianza lo riprendono mentre esce di notte a piedi scalzi, e scompare nel buio. Un’uscita di casa del tutto insolita, che si può ipotizzare avvenuta in uno stato di alterazione: senza scarpe infatti è molto pericoloso aggirarsi in una zona come quella, piena di calanchi e precipizi, per di più nel cuore della notte. È stata sicuramente un’imprudenza, che potrebbe essere costata la vita al 26enne, che potrebbe non essersi reso conto del vicino campo in forte pendenza facendo poi la caduta mortale. È però possibile anche che il giovane sia uscito di casa così all’improvviso perché non si sentiva bene, e voleva prendere un po’ d’aria, senza pensare ai pericoli del buio, in un posto come quello. Ma potrebbe essere stato anche il malore stesso la causa della caduta, e della morte successiva.
La ricostruzione e le ipotesi
C’è però un elemento strano nella vicenda. Il 26enne, da quanto si è appreso, viveva da solo in un appartamentino. Ma nella vecchia casa ci sono anche altri appartamenti in cui abitano altre persone. Nessuno però pare essersi messo alla sua ricerca il mattino dopo, pur avendo visto che non era rientrato e pur vedendo la sua auto, una Fiat 500 bianca, ancora parcheggiata in cortile. La circostanza è spiegabile con una scarsa conoscenza tra gli inquilini? È un’ipotesi. Sono stati comunque i famigliari, con la denuncia di scomparsa il 6 agosto, a fare partire le ricerche. In questo quadro, c’è anche un altro elemento un po’ insolito. Ci sono infatti testimonianze che indicano il 2 agosto come data del suo ultimo avvistamento. Se fossero confermate, risulterebbe che sono passati tre giorni prima della denuncia di scomparsa. Tre giorni di chiamate a vuoto anche da parte dei famigliari, prima di dare l’allarme. Anche qui viene da chiedersi come mai.
Poi si potrebbe riflettere anche sul fatto che, se effettivamente la morte fosse del 2 agosto, al momento del ritrovamento era già passata una settimana, e il cadavere, con anche il caldo di questi giorni, avrebbe emesso odore. Nessuno nella casa l’ha avvertito perché era in un punto troppo isolato? È possibile che sia questa la risposta.
Sta di fatto però che ci sono diverse certezze da stabilire prima di poter chiudere il caso. Ecco dunque l’importanza dell’autopsia, disposta nonostante a un esame esterno la salma non abbia evidenziato segni di violenza e di coinvolgimenti esterni. Dalle sue risultanze dipenderà tutto il proseguimento di questa vicenda, su cui al momento vige il più assoluto riserbo da parte degli inquirenti. La compagna e gli altri famigliari attendono, con lo stesso bisogno di risposte.