L'Emilia Romagna nella morsa del caldo africano
Weekend e settimana di Ferragosto con temperature che arriveranno a sfiorare, se non toccare, i 39-40 gradi. Paolo Alberoni, responsabile della struttura IdroMeteo Clima di Arpae: «Cemento e assenza di verde penalizzano le città»
MODENA. Come avere la febbre o quasi. È quanto attende l’Emilia da oggi e fino a Ferragosto, periodo in cui si apre una delle parentesi più calde della stagione, se non la più calda in assoluto. Certo saranno ancora presenti possibili temporali isolati in montagna che porteranno un temporaneo sollievo dal caldo sulle Alpi e sugli Appennini, ma in pianura la previsione è di sfiorare, se non toccare i 39-40 gradi. Per l’Emilia Romagna, conferma Pier Paolo Alberoni, responsabile della struttura IdroMeteo Clima di Arpae: «Ci attendono temperature massime in aumento che si stabilizzeranno intorno ai 37-38 gradi prima di Ferragosto, diffusamente nel territorio pianeggiante dell’Emilia-Romagna con punte locali maggiori superiori ai 38 gradi». Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara saranno infatti tra le città più calde del Nord.
Su scala nazionale la situazione è un po’ diversa. La Penisola si trova attualmente sotto ad un promontorio di alta pressione di origine africana. Generalmente queste correnti sono indirizzate verso il Sud Italia ma in questo la parte più interessata sarà quella dell’Italia centrale, la parte tirrenica quindi la Toscana, il Lazio, l’Umbria. Alberoni specifica che l’Emilia-Romagna, schermata dall’Appennino, sarà al limite estremo di questo promontorio. Anche le temperature minime notturne saliranno a 25-26 gradi con disagi per il sonno e difficoltà di recupero per il fisico, sintomi tipici di quelle che vengono definite “notti tropicali”. Le temperature dei prossimi giorni rimarranno elevate, con condizioni di afa particolarmente marcate nelle zone urbane e costiere.
«Le città soffrono di più il caldo rispetto alla pianura perché - spiega Alberoni - sono nuclei antropizzati dove c’è meno vegetazione e molti palazzi, che assorbono calore durante il giorno e lo rilasciano durante la notte. Inoltre limitano la circolazione nei primi strati dell’atmosfera in quanto i palazzi sono degli ostacoli di 40-50 metri, che limitano lo scambio d’aria». Tra i vari elementi di studio e di osservazione condotti da Arpae, vi è la misurazione dell’indice di Thom, indice di disagio bioclimatico, ovvero la valutazione di come reagisce il corpo umano alla situazione di caldo considerando la combinazione tra temperatura e umidità presente. I dati rilevati per tutti i capoluoghi provinciali e per le aree delle province divise in aree di pianura, di collina e di montagna sono disponibili e aggiornate quotidianamente sul sito di Arpae alla sezione Rischio calore. Oltre ai disagi per la salute umana, l’elevato calore ha un importante impatto anche sull’ambiente. In primis aumenta il rischio di incendi dovuto alla perdita di umidità e all’essiccamento di tutto il materiale vegetale. In Emilia-Romagna è attiva una campagna antincendi boschivi estiva coordinata e gestita dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale della Protezione Civile in collaborazione con i Carabinieri forestali, con i Vigili del Fuoco e con Arpae. Non solo incendi: «In alta montagna, soprattutto nelle Alpi, lo zero termico ormai si registra ad altitudini molto elevate sopra i 3 mila metri. Oltre al fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai si compromette il rapporto tra ghiacciai e permafrost che rende stabile la montagna. Inoltre, dal punto di vista dei mari, dei laghi e delle lagune, un riscaldamento dell’acqua può provare episodi di anossia, cioè carenza di ossigeno che porta alla degenerazione dell’ambiente quindi moria dei pesci e degli animali presenti con tutte le conseguenze che ne derivano. Fenomeno che può verificarsi anche nei fiumi di montagna a regime torrentizio» conclude Alberoni.
Un cambiamento significativo del meteo potrebbe profilarsi dopo Ferragosto, nel week end del 17 e 18 agosto, quando una perturbazione temporalesca dal Nord potrebbe interrompere il dominio dell’anticiclone africano portando un calo termico deciso.