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Il mistero del 26enne di Sassuolo trovato morto tra i calanchi. La famiglia: «Vogliamo sapere la verità»

di Daniele Montanari
Il mistero del 26enne di Sassuolo trovato morto tra i calanchi. La famiglia: «Vogliamo sapere la verità»

I famigliari di Hamza Essifer si sono affidati a un avvocato per fare chiarezza su quanto accaduto

15 agosto 2024
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SASSUOLO «Vogliamo vederci chiaro: le circostanze della morte, così come emerse finora, sono veramente strane: ci sono molte domande che attendono una risposta».

Il dolore della famiglia

A parlare è l’avvocato Valentina Verna di Modena, a cui si sono rivolti i famigliari di Hamza Essifer, il 26enne trovato morto il 9 agosto in fondo a un calanco vicino alla strada per Casara e alla casa in cui abitava (solo da pochi mesi) assieme a diverse altre persone. Era nato in Marocco, ma viveva da tempo in Italia, e tra Sassuolo e distretto poteva contare su una rete di parenti perfettamente integrati. Lunedì in Medicina legale si è svolta l’autopsia disposta dalla Procura (pm Paola Campilongo) da cui si attendono risposte chiave sulla sua fine. Il perito ha chiesto almeno due settimane di tempo.

I famigliari di Hamza non hanno nominato un perito di parte, avendo piena fiducia nell’esperto incaricato dalla Procura. Ma hanno voluto farsi seguire da un avvocato in vista degli scenari che si possono aprire. «Hamza era figlio unico, padre e madre vivono in Marocco e sono straziati dall’accaduto – sottolinea l’avvocato Verna – ma anche zii e cugini di Sassuolo non riescono a darsi pace. Non capiscono cosa possa essere successo, e vogliono piena luce su aspetti piuttosto strani della vicenda».

I nodi da sciogliere

«Per prima cosa – nota l’avvocato – bisogna capire se Hamza è uscito di casa volontariamente nel cuore della notte o se è dovuto scappare da qualcosa».

Pare infatti esserci un video di una telecamera di sorveglianza che lo inquadra mentre esce di casa di notte scalzo, per poi svanire nel buio. E questa sarebbe l’ultima immagine che si ha di lui. Piuttosto insolita un’uscita scalzo di notte. E pericolosa: poteva scivolare facilmente nei terreni impervi intorno a casa. È uscito così perché era non lucido, in uno stato di alterazione, o c’è dell’altro?

È confermato poi, come riferito dalla Gazzetta, che l’ultimo avvistamento è del 2 agosto. La denuncia di scomparsa però è del 6 agosto, quattro giorni dopo. Come mai nessuno di coloro che abitavano con lui nella stessa casa non ha lanciato l’allarme prima, non vedendolo rientrare e vedendo sempre lì ferma la sua Fiat 500 bianca? È solo dovuto a una scarsa conoscenza reciproca tra inquilini?

C’è poi un mistero nel mistero: il suo telefono. Risulta infatti che ha squillato a vuoto fino alla giornata del 3 agosto. Poi stop. Non vedendo risposta, forse già allora poteva scattare l’allarme. Ma soprattutto, dov’è finito quel telefono? «Noi non lo sappiamo – rimarca l’avvocato – a noi risulta che non sia pervenuto, e siamo in attesa di informazioni su questo da parte degli inquirenti. È chiaro l’esame del telefono, degli ultimi messaggi e chiamate, è fondamentale in un caso come questo».

Insomma, c’è tanto ancora da capire su questa storia. Il primo punto fermo però è stabilire con esattezza data e ora del decesso. È questa la prima risposta chiave che si attende dall’autopsia.

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