Modenesi vittime di ricatti erotici sui social: «Paga o pubblico le foto»
Una decina di tentativi di estorsioni sessuali: «Dopo lo scambio di scatti a luci rosse, chiedono 300 euro»
MODENA All’inizio sembra una normale chiacchierata online: sarà capitato un po’ a tutti di incontrare sui social e sui vari siti di incontri un ragazzo o, come in questo caso, una ragazza e di cominciare a conoscersi in rete. Prima qualche messaggio sporadico, poi l’intensità della conversazione aumenta fino a entrare in confidenza. È in quel momento che, puntuale, arriva la richiesta: “Scambiamoci qualche foto”. C’è chi subito rifiuta, non fidandosi di quell’affascinante ragazza che alla fine dei conti rimane una sconosciuta incontrata in rete e c’è chi, invece, accetta. Così, inizia lo scambio di scatti, scatti erotici in cui sia la fantomatica ragazza sia il ragazzo inviano immagini delle proprie parti intime. E, contestualmente, si palesa anche la truffa perché quella “lei” non esiste e non è altro che un profilo falso costruito apposta: «Se non mi paghi, mando le tue foto a tutti i tuoi amici». Un’estorsione sessuale in piena regola, conosciuta anche come sextorsion.
I CASI
Sono almeno una decina i tentativi di ricatti erotici che seguono questo copione e che sono stati registrati a Modena e, di conseguenza, sono altrettanti i modenesi caduti in questa trappola nelle settimane scorse. Ma andiamo con ordine. Tutto, come detto, si sviluppa online: non c’è da sorprendersi di questo, considerato che, quello delle truffe sul web, è un fenomeno in sensibile aumento. Lo dicono i numeri, per esempio quelli dello sportello Sos Truffa di Federconsumatori che, solo nel 2023, ha registrato 117 truffe online, per lo più estorsioni di denaro e di informazioni su WhatsApp, su un totale di 451. Una truffa su quattro, oggi, avviene in rete. I casi che stiamo raccontando rientrano proprio nella categoria delle estorsioni, con l’aggravante (non da poco) del revenge porn, ovvero la condivisione pubblica di immagini o video intimi su internet, senza il consenso dei protagonisti degli stessi.
TRUFFATORI
I truffatori scelgono le proprie vittime su diversi canali, preferendo i social (Instagram e Snapchat su tutti) e i siti di incontri. C’è l’approccio con il primo messaggio, si attende una risposta e poi la conversazione parte. Il tutto dopo aver creato, in maniera piuttosto accurata e senza trascurare nessun dettaglio, un finto profilo social di una ragazza con tanto di foto (addirittura insieme a ipotetici amici) e di biografia personale. Insomma, un profilo social realizzato ad hoc, perfetto per un incontro online e altrettanto perfetto per nascondere la vera identità della persona dall’altra parte dello schermo: non una ragazza, ma un truffatore.
IL RACCONTO
Così, dopo qualche giorno di conversazione online si arriva allo scambio di foto hot con conseguente ricatto. È in quel momento che il truffatore svela la sua vera identità e spiega le “regole” del ricatto: «Se non mi paghi, invio queste foto a tutti i tuoi amici e ti rovino la vita. Se non mi dai i soldi, non riuscirai mai a trovare un lavoro e la tua reputazione sarà rovinata per sempre», questo il tono dei messaggi ricevuti dalle vittime dell’estorsione.
Di fronte a un primo rifiuto di pagare la cifra del ricatto, il truffatore rincara la dose facendo vedere alla sua vittima il materiale che avrebbe divulgato online: un collage tra le foto del suo viso e delle sue parti intime. Solitamente, dopo diversi rifiuti il ricattatore desiste, cancella le chat e scompare nei meandri della rete. Non mancano, però, casi di estorsioni andate a segno.
Il tema delle truffe amorose era stato trattato, nei mesi scorsi, anche da Federconsumatori: «Quando si parla di truffe, sappiamo che le segnalazioni che ci arrivano sono relativamente poche. Purtroppo, i dati del settore degli adescamenti amorosi online sono più parziali di altri – spiega Cristina Loschi, vicepresidente dell’associazione – quando si parla di “essere truffati”, la sensazione che viene maggiormente provata è la vergogna. Soprattutto in questo ambito, le persone tendono a imbarazzarsi di ciò che hanno passato perché queste vicende, dove generalmente una falsa identità corteggia a distanza l’interessato, durano anni, e le somme che i truffatori riescono a estorcere di solito sono piuttosto ingenti».