Gazzetta di Modena

Modena

La denuncia

Lo scandalo degli affitti a Modena. «Nove metri a 600 euro al mese»

di Ginevramaria Bianchi
Lo scandalo degli affitti a Modena. «Nove metri a 600 euro al mese»

Federconsumatori denuncia le follie di un mercato contro studenti e lavoratori. Govoni: «Appartamenti trasformati in microcamere con un solo bagno comune»

20 agosto 2024
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MODENA. Nove metri quadrati a 600 euro al mese. Utenze escluse. Nove metri per legge devono essere la superficie minima di una camera da letto singola in un’abitazione.

Nella marea di proposte di affitti nella città di Modena, questi canoni non sempre sono rispettati, e se lo sono, bisogna davvero pagare a peso d’oro. Ma si tende a passarci sopra, perché spesso le realtà che incontrano coloro che cercano casa sono anche peggiori, visto che la regola portante di questo malsano mercato ormai è solo una: spazi sempre più stretti a prezzi sempre più alti. Appartamenti in cui potrebbero starci solo due camere in cui si trova modo di farcene stare sei. Case inaccessibili solo perché non si è cattolici, bianchi o avvocati.

«È inaccettabile che a Modena si debbano pagare cifre così elevate per abitazioni in condizioni spesso precarie. Questo fenomeno non riguarda solo gli studenti, ma anche i lavoratori precari e a basso reddito, che ormai non possono più permettersi una sistemazione dignitosa», afferma Marzio Govoni, presidente di Federconsumatori Modena, che non usa mezzi termini per descrivere la situazione.

I numeri

Dopotutto si sa, Modena è diventata uno dei centri urbani con i costi degli affitti più elevati in Italia, paragonabile alle metropoli come Roma e Bologna. I prezzi per una camera con bagno e cucina condivisa sono saliti vertiginosamente, raggiungendo livelli che solo pochi anni fa erano riservati ai monolocali o ai bilocali. Le inserzioni di camere e posti letto sui principali portali immobiliari sono numerose, ma non esaustive. Considerando anche il mercato sommerso, si stima che a Modena vi siano tra i 1000 e i 1500 posti letto gestiti da privati, con costi medi che oscillano tra i 500 e i 600 euro per una camera di appena 9-10 metri quadrati. «Stiamo assistendo a una speculazione senza precedenti – continua Govoni – affittare una stanza a questi prezzi, spesso con condizioni contrattuali poco chiare e costi aggiuntivi mascherati da forfait, è una pratica che rasenta l'usura».

Ma a preoccupare non è solo questo. Secondo un’indagine condotta dalla Cgil e da Federconsumatori, il reddito medio dei modenesi ha subito una perdita dell’8,1% in un solo anno, un calo senza precedenti dal dopoguerra. Di conseguenza, si fa sempre più fatica a sostenere i costi tutt’altro che calmierati degli affitti e, d’altra parte, è facile biasimare soggetti imprenditoriali che gestiscono centinaia di camere in città, trasformando appartamenti in veri e propri dormitori diffusi. «L'inflazione sta distruggendo i risparmi e la qualità della vita delle persone – sottolinea Govoni – e così queste si accontentano, assecondando proposte di appartamenti di 80-90 metri quadrati suddivisi in microcamere con un solo bagno comune. Siamo di fronte – commenta Govoni – a una distorsione del mercato immobiliare».

Chi ci perde
Questa problematica colpisce principalmente gli studenti fuorisede, che vivono in piccoli spazi delimitati da pareti di cartongesso, in cui a volte si fa fatica a trovare una finestra. E oltre al lucro sui metri quadri, c’è anche quello fino all’ultima utenza, che non è certo meno importante e significativo. «Ci sono situazioni in cui i costi delle utenze superano di gran lunga i consumi reali – spiega il presidente di Federconsumatori – diventando una vera e propria “cresta” sull’affitto. E poi ci sono le famigerate “spese di attivazione” del contratto, che arrivano a 300-400 euro una tantum. Cifre inaccettabili, che pesano enormemente soprattutto su chi può permettersi solo contratti brevi».

Purtroppo, tutto ciò appare quasi sempre perfettamente legittimo. «Siamo certi che tutte le trasformazioni di immobili siano state approvate correttamente, che gli occupanti siano dichiarati, le tasse pagate regolarmente e le normative di sicurezza rispettate – sentenzia Cristina Loschi, vicepresidente di Federconsumatori – tuttavia, sarebbe utile verificare ulteriormente per identificare possibili abusi. Noi ci auguriamo che il nuovo governo modenese cerchi degli strumenti per equilibrare il mercato, dando priorità agli interessi degli studenti e dei lavoratori. Oggi – rimarca Loschi – bisogna creare residenze studentesche a basso costo, promuovere contratti a canone concordato, ed è fondamentale combattere speculazioni e discriminazioni».

Oggi, bisogna innovare, stando al fianco dei consumatori di affitto, di chi è costretto a vivere in 9 metri quadrati di Modena.