Garage “pericolosi” in via Saragozza a Modena: «L’apertura mette a rischio i pedoni»
Esposto in Comune dai residenti del complesso nato all’ex Caserma Fanti
MODENA. Un palazzo storico che già era stato al centro delle polemiche un paio di anni fa e che ora torna alla ribalta della cronaca: alcuni degli appartamenti nati dalla riqualificazione, a cura di un privato, per l’ex Caserma Fanti, hanno un garage - ricavato sostituendo le piccole finestre tipiche di palazzi antiquati - che si affaccia sul marciapiede di via Saragozza. E fin qui nessun problema, certo. Ma se poi questi si aprono all’esterno, andando a incidere sulla pubblica strada, ecco allora che qualche criticità c’è.
Il caso
Non solo: «L’ufficio comunale di competenza ha pure rilasciato i passi carrabili, e sono quindi stati sottratti una ventina di posti auto ai residenti della zona», affonda il comitato dei residenti di via Saragozza. Se, proseguono dall’organizzazione, «qualcuno passa sul marciapiede mentre si apre un garage, il malcapitato rischia di essere colpito dal portone. A nostro avviso sono stati effettuati dei lavori in evidente violazione delle norme a danno di tutta la cittadinanza». Per quello che è visibile, fanno sapere dal comitato, «il prospetto su via Saragozza è stato rovinato per tutta la sua lunghezza: sono state ricavate delle aperture di notevole dimensione, ben otto, per realizzare i portoni di accesso a delle autorimesse che prima non esistevano. E poi, lo ribadiamo, non solo, questi portoni si aprono a due ante verso l’esterno, ingombrando il marciapiede e la sede stradale che è pubblica, privando la strada di posti auto ad uso libero su entrambi i lati».
L’esposto
A questo punto l’organizzazione si pone alcuni interrogativi, riportati in una lettera informativa: «Come può, il Comune, aver approvato qualcosa in contrasto con le norme di attuazione? Come ha fatto la competente Soprintendenza a non considerare le prescrizioni della Commissione regionale per il patrimonio culturale del ministero dei Beni e delle Attività culturali in cui si specificava che “la conservazione del bene dovrà essere assicurata mediante idonei interventi restaurativi”? E poi, ancora, possibile che nessuno della Regione Emilia Romagna, struttura competente in materia sismica, abbia verificato se demolire porzioni di muratura portante per l’intera lunghezza dell’edificio, rispondesse ai giusti criteri per il consolidamento e fossero conformi e congrui alle prescrizioni antisismiche? Aspettiamo delle spiegazioni». Anche perché i cittadini della via hanno fin da subito fatto trapelare il proprio malcontento, prima con segnalazioni via mail e poi, in seconda istanza, con un esposto: «L’abbiamo mandata al Comune, al sindaco, ai vigili, all’Ufficio del personale, ma nessuno ci ha ancora risposto».
Un palazzo storico
La seconda vita dell’ex Caserma Fanti ha incontrato già diverse difficoltà. Questo complesso neoclassico, risalente al Cinquecento, ha ospitato un monastero fino alla sua soppressione nel 1796, per poi essere convertito in “Caserma di Cavalleria” e successivamente in una scuola e servizi militari. Abbandonata per quasi un decennio, la struttura è stata affidata prima al Comune e poi alla Provincia, che intendeva farne la propria sede. Nel 2020, dopo sei aste deserte, è stata venduta per 3.5 milioni alla società immobiliare di Vannis Marchi, uno dei fratelli già soci della Liu Jo di Carpi. Nel 2022 l’associazione Italia Nostra presentò un esposto per comprendere se il progetto violasse i vincoli ministeriali di interesse culturale.