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Intelligenza artificiale, il progetto delle scuole Mattarella di Modena all’Unesco

di Paola Ducci
Intelligenza artificiale, il progetto delle scuole Mattarella di Modena all’Unesco

L’esperienza di apprendimento digitale “Lucy” scelta come esempio da raccontare e condividere a livello mondiale durante la “Digital Learning Week” a Parigi. Il preside Daniele Barca: «Un onore»

02 settembre 2024
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MODENA. Una delegazione di rappresentanza della scuola secondaria di primo grado Mattarella di Modena sarà ospite presso la sede centrale dell’Unesco a Parigi da oggi al 5 settembre alla “Digital Learning Week 2024”, per raccontare “Lucy”, la positiva esperienza di apprendimento digitale che oggi è curricolare ed è entrato a far parte del piano dell’offerta formativa delle medie Mattarella.

Per l’Unesco il progetto made in Modena è un esempio pratico di apprendimento digitale già messo in atto da raccontare e condividere a livello mondiale. Durante questa settimana, a Parigi, vengono organizzati seminari, workshop, conferenze e altre attività per sensibilizzare sull'importanza delle tecnologie digitali nell'istruzione e per condividere le migliori pratiche e le innovazioni nel campo dell’e-learning.

«L’obiettivo principale della Digital Learning Week è quello di promuovere l'accesso all'istruzione di qualità per tutti, utilizzando le tecnologie digitali per raggiungere un pubblico più ampio e migliorare la qualità dell'apprendimento. Abbiamo provato a candidarci per portare la nostra esperienza – racconta il dirigente scolastico delle Mattarella, Daniele Barca – ma con poche aspettative di essere selezionati e invece poche settimane fa è arrivato l’invito per presenziare a Parigi e ne siamo lusingati».

Preside Barca, come è nato Lucy e quali sono le sue principali caratteristiche?

«Il progetto è nato subito dopo il Covid grazie ad una collaborazione tra pubblico (la nostra scuola) e privato (l’azienda modenese Ammagamma) con il supporto del professore Piergiuseppe Ellerani, ordinario del Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Bologna. Fin da subito si sviluppa con l’intento di inserirlo all'interno del piano di offerta formativa della nostra scuola perché durante il Covid ci eravamo accorti che in qualche modo le tecnologie, oltre che ad essere diventate indispensabili per la vita e per quello che ci circonda avevano sempre più una forte interazione con la scienza, la natura, la letteratura, l’arte e tanto altro. Così, riflettendo in particolare sull’intelligenza artificiale abbiamo pensato che con i nostri alunni poteva essere interessante intraprendere un percorso dove potessero essere attori dell’Ai non solo meri fruitori, smontando le tecnologie a favore dell’apprendimento. Considerando anche il fatto che a dei minori di 14 anni non è consentito l’utilizzo di chat Gpt».

Il progetto ha coinvolto tutti gli alunni della scuola?

«Sì, certo, proprio perché è curricolare e con l’anno scolastico 2023/2024 abbiamo concluso l’intero ciclo, dalla prima alla terza media. Il primo anno è dedicato ad un avvicinamento all’Ai indagando come è nata, quali sono i suoi trascorsi storici e su che base funziona. In seconda gli alunni hanno iniziato ad entraci in modo pratico, andando a smontare nel vero senso della parola gli strumenti che la generano, seguendo le linee guida Stem. Hanno iniziato così a programmare e a lavorarci intensamente cercando di capire quali possono essere le applicazioni più utili per conoscere scienze, tecnologie, engineering e matematica all'interno di un percorso dove l'intelligenza artificiale era al centro. Infine in terza hanno completato il percorso attraverso la realizzazione di una sfida: ad ogni ragazzo è stato chiesto di realizzare il proprio “capolavoro” attraverso la creazione di un'applicazione di intelligenza artificiale che possa aiutarlo a migliorare in qualche modo la sua vita».

Cosa avete potuto osservare alla fine di questo primo ciclo di Lucy?

«Sono stati confermati i risultati ipotizzati ad inizio progetto ovvero la comprensione da parte degli alunni che l’utilizzo delle tecnologie non deve essere solo fine a se stesso, ma che può servire al raggiungimento di competenze diverse e trasversali ed è una variabile del mondo che li circonda. In più è bello constatare che Lucy non è rimasta soltanto un’esperienza del nostro Istituto comprensivo 3. Grazie ai fondi del Pnrr abbiamo lanciato una iniziativa che si chiama “Scuola ibrida” in cui 40 scuole sparse in ogni regione d’Italia hanno deciso di adottare questo tipo di modello curricolare attraverso una esperienza di intelligenza artificiale generativa che permette di acquisire differenti competenze».

Il futuro di Lucy?

«È la stabilizzazione del progetto a livello curricolare dove ciascun studente sarà valutato per le competenze acquisite. A volte il rischio di queste innovazioni è che rimangano progetti pilota, fini a se stessi per poi non conoscere uno sviluppo. Questo non dovrà accadere. Il nuovo ciclo servirà per perfezionare Lucy che è già entrato a far parte del piano di offerta formativa della nostra scuola».

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