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Sanità in crisi a Modena: una notte con 6 ambulanze per mezza provincia

di Luca Gardinale
Sanità in crisi a Modena: una notte con 6 ambulanze per mezza provincia

È successo venerdì 30 agosto per coprire un'area di 362mila abitanti nei comuni di Modena, Bastiglia, Bomporto, Castelfranco, Castelnuovo, Formigine, Maranello, Prignano e Sassuolo

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MODENA. Il territorio è bello vasto, perché sull’asse nord-sud va da Modena a Prignano, mentre su quello ovest-est parte da Sassuolo e arriva a Castelfranco. Per dirla con i numeri, sono poco meno di 362mila abitanti, ovvero il 51% della popolazione che vive in provincia di Modena. Il problema è che per una notte questo enorme territorio è stato coperto da sole sei ambulanze: tornando ai numeri, la disponibilità era di un mezzo del 118 ogni 60mila persone.

La notte “incriminata”

Tutto questo è successo nella notte di venerdì 30 agosto, quando appunto il sistema di emergenza-urgenza della provincia di Modena si è trovato con sei ambulanze per coprire un enorme territorio che comprende i comuni di Modena, Bastiglia, Bomporto, Castelfranco, Castelnuovo, Formigine, Maranello, Prignano e Sassuolo, per una popolazione complessiva di 362mila abitanti.

Più di mezza provincia, insomma, che per la notte di venerdì 30 agosto è stata coperta dai mezzi “Modena 1”, “Modena 2”, “Modena 72, “Nonantola 12”, “Castelfranco 3” e “Sassuolo 71”, tutti e sei del 118, e quindi dell’Ausl di Modena, senza mezzi gestiti dai volontari.

Quali sono le ragioni

Ma come è possibile che ci fossero così pochi mezzi per coprire un territorio così vasto? Le ragioni sono sostanzialmente tre: la prima riguarda i problemi generali di copertura del territorio nati con la recente riorganizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza, come emerso dalle preoccupazioni dei sindacati e degli stessi infermieri e autisti soccorritori. E se il secondo problema è semplicemente legato alla minor disponibilità nel periodo estivo, il terzo tocca invece le difficoltà del mondo del volontariato che gestisce le ambulanze, perché appunto venerdì sera non c’era alcun mezzo disponibile da quel punto di vista.

Il mondo dei volontari in difficoltà

Del resto, non è un mistero che il mondo del volontariato, da sempre molto prezioso per il contributo per l’emergenza-urgenza, sia in difficoltà nel reperimento della “materia prima”, ovvero dei volontari per guidare le ambulanze e per le operazioni di prima assistenza ai pazienti.

Un problema sollevato nelle scorse settimane sulla Gazzetta, che ha raccontato i turni massacranti di alcuni autisti soccorritori e il ricorso al personale pagato a partita Iva.

Un paradosso in un momento in cui il sistema dell’emergenza-urgenza, con la riforma, ha di fatto chiesto al mondo del volontariato uno sforzo in più per mantenere la copertura territoriale. Ma lo sforzo in più viene appunto chiesto a un sistema già in difficoltà, e per forza di cose costretto a pagare gli autisti soccorritori, con la conseguenza che a dover coprire i costi sempre maggiori è la stessa Ausl di Modena, attraverso le convenzioni con gli enti e le associazioni di volontariato.

Il precedente di Ferragosto

Una situazione sempre più complicata, insomma, anche perché le notti come quelle di venerdì scorso iniziano a essere sempre più frequenti: tanto per fare un altro esempio, nella notte tra il 18 e il 19 agosto, particolarmente delicata perché nella settimana di Ferragosto, a coprire tutta la città c’erano solo due ambulanze.

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