Gazzetta di Modena

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Il progetto della discordia

A San Damaso due maxi impianti con 160 container alti 4 metri, la giunta si oppone

A San Damaso due maxi impianti con 160 container alti 4 metri, la giunta si oppone

Prenderanno il posto di tre ettari di terreni agricoli

11 settembre 2024
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MODENA. A San Damaso, al posto di un’area agricola, sorgeranno due impianti di accumulo energia che occuperebbero oltre 30mila metri quadrati di terreno con 160 container alti quattro metri. Ma l’amministrazione comunale di Modena chiederà al consiglio comunale di esprimere un parere non favorevole alle due richieste presentate nei giorni scorsi al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.
Sono subito diventati un caso i due impianti che potrebbero nascere nella frazione alle porte della città: sono denominati Bees (Battery Energy Storage System), hanno una capacità di accumulo di 200 MegaWatt, immagazzinati dalla vicina centrale di Terna, e verrebbero immessi nella rete nazionale in caso di necessità.

L'assessore Ferrari attacca
La posizione dell’amministrazione è stata illustrata dall’assessora all’Urbanistica Carla Ferrari nel corso della seduta di martedì della commissione consiliare Seta in vista del consiglio comunale di lunedì prossimo. «Condividiamo l’importanza del raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica stabiliti dalla legislazione per un modello di sviluppo economico e sostenibile, temi che rientrano anche nel Pug – sottolinea Ferrari – ma la localizzazione sul nostro territorio dei due impianti con questa procedura ministeriale, che supera le valutazioni d’impatto ambientale e ogni altra possibilità di controllo da parte della Regione e degli enti locali, risulta di particolare complessità, a partire dall’estensione (circa tre ettari) e dalla vicinanza a edifici residenziali esistenti e ad attività di notevole attrattività turistica: riteniamo necessario venga convocata una Conferenza dei Servizi in modalità sincrona, come è possibile con questo tipo di procedimento, per valutare le criticità che emergono da queste proposte. Diciamo no a un’imposizione dall’alto, soprattutto se non si terrà conto delle esigenze di mitigazione ambientale e delle necessarie compensazioni per residenti e territorio».

Va detto che, in questa partita, i Comuni hanno davvero poca voce in capitolo: le autorizzazioni a questi interventi sono guidate principalmente da procedure sovra-comunali, riducendo enormemente quindi il margine di azione degli Enti locali. Cosa significa? Che il progetto può essere realizzato anche senza il benestare dei Comuni.


I dettagli
Le domande sono state presentate il 6 agosto da due diverse società: Neptune srl, per un impianto da 103,866 MegaWatt su di un’area di 14mila metri quadri; Uranus srl, per un impianto da 96,447 MegaWatt su di un’area di 16.775 metri quadri. Neptune posizionerebbe 21 nuclei di batterie di accumulo, Uranus 19. Ogni nucleo è composto da quattro container (altri 4 metri, larghi 6 e profondi 2,5), più una serie di altre strutture. Gli impianti sarebbero posizionati con travi di supporto in calcestruzzo armato che mantengono libera la superficie di proiezione verticale al suolo; previsti inoltre una strada interna sterrata, un impianto di illuminazione e una trincea che si svilupperebbe lungo il perimetro dei lotti. In base ai piani finanziari dei due impianti si può stimare un investimento di circa 100 milioni di euro.

Le critiche
«Sollecitiamo la Conferenza dei servizi – chiosa Ferrari – perché è indispensabile che il Ministero svolga un approfondimento progettuale finalizzato ad allontanare il confine degli impianti dagli insediamenti residenziali, con riferimento agli evidenti impatti che non vengono presi in debita considerazione nella documentazione presentata, affrontando le significative criticità rilevate: dagli impatti acustici al rischio alluvioni fino alla prevenzione incendi».
Così, Diego Lenzini, capogruppo Pd in consiglio comunale, e Fabio Poggi, consigliere comunale dem: «Modena deve fare la sua parte e dare il suo contributo per favorire la transizione ecologica, ma non è accettabile che questo avvenga senza nessun confronto calando sul territorio progetti di questo tipo».