Vignola, Uber Capucci accusato di omicidio volontario del fratello Emore
A processo l’unico sopravvissuto della tragedia di via Torino, in cui morì anche la madre 88enne Anna Malmusi. Sulle cause del decesso della donna proseguono le indagini
VIGNOLA. È stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario Uber Capucci, ma solo per la morte del fratello Emore. È stato stralciato dal procedimento infatti il caso della madre.
La tragedia avvenne il 1° ottobre 2023 in una villetta in via Torino, a Vignola, dove l’anziana Anna Malmusi, 88 anni, viveva con il figlio minore Emore, 66 anni. Il cadavere di lui, sanguinante per le profonde ferite, venne ritrovato vicino al lettino dove l’anziana giaceva priva di vita, ma senza ferite: probabile il soffocamento in questo caso.
Anche Uber fu trovato sanguinante e in stato di choc, con gravi ferite che richiesero un ricovero in Terapia intensiva. Secondo gli inquirenti, aveva ucciso la madre e il fratello al culmine di un furibondo litigio, poi aveva tentato il suicidio. Ma la difesa, rappresentata dall’avvocato Fabio Bazzani, ha sempre sostenuto che la colluttazione fu una reazione di Uber dopo il rinvenimento della madre morta.
Ora la vicenda verrà chiarita a processo, ma solo per ciò che riguarda la tragica colluttazione tra i fratelli: sulle cause della morte della madre si sta ancora indagando.