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Orrore nel Parmense

Neonati morti, Chiara Petrolini agli arresti domiciliari: «In gravidanza droga, fumo e alcol»

Neonati morti, Chiara Petrolini agli arresti domiciliari: «In gravidanza droga, fumo e alcol»

La 22enne di Traversetolo è accusata di omicidio volontario dei suoi due figli neonati, di soppressione e occultamento di cadavere. Il procuratore capo: «Estetista, bar, pizza e vineria dopo l’omicidio, come se nulla fosse». Dalle ricerche su internet al viaggio a New York, i dettagli di un orrore

20 settembre 2024
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TRAVERSETOLO (PARMA). «Non si è fatta scrupolo di usare droga (marijuana), alcol, fumo e sigaretta elettronica», durante la gravidanza. Lo ha detto il procuratore di Parma, Alfonso D'Avino, durante la conferenza stampa indetta questa mattina in Procura sul caso di Vignale di Traversetolo, parlando di Chiara Petrolini, la 22enne madre dei due neonati trovati morti in giardino.  Per la giovane sono scattati gli arresti domiciliari: è accusata di omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere per il neonato trovato sepolto nel giardino di casa della 21enne il 9 agosto e morto il 7 agosto, subito dopo il parto.

Droga, fumo e alcol

«Non ha mai disdegnato l’uso di sigarette elettroniche e con tabacco, anche accompagnato da assunzione di bevande alcooliche; da ultimo, dopo che travaglio era di fatto già iniziato, e nell’imminenza del parto, non ha neppure disdegnato l’uso di marijuana». Più volte, la 21enne aveva cercato su internet informazioni relative alla marijuana. Dall’esame delle ricerche effettuate risulta che Petrolini abbia cercato “quantità uso personale erba”; “come pesare la marijuana”; “fiori marijuana”.

Le accuse e la misura cautelare

Chiara Petrolini è accusata di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di parentela per la morte di uno dei due neonati. La giovane deve rispondere anche dell'accusa si soppressione di cadavere di uno dei due neonati e di occultamento di cadavere per l'altro. È quanto spiega la Procura di Parma. Il gip, condividendo la ricostruzione del pm, relativamente all’omicidio pluriaggravato del 7 agosto 2024 e alla soppressione di cadavere del 12 maggio 2023, e ritenendo sussistenti le esigenze cautelari, ha disposto gli arresti domiciliari per l’indagata, rigettando la richiesta per quanto riguarda il seppellimento del neonato del 7 agosto, «ritenendo il meno grave reato di occultamento di cadavere».

Gli arresti domiciliari sono stati ritenuti dal gip «sufficienti a garantire le esigenze cautelari, sia perché si tratta della prima esperienza detentiva sia in ragione del controllo che sarà esercitato dai familiari conviventi, ritenuto idoneo a neutralizzare il rischio che la ragazza cerchi di attirare nel suo domicilio degli estranei».

Aveva già deciso di uccidere 

Chiara Petrolini «aveva già deciso che il bambino non sarebbe sopravvissuto al parto, e tutto il percorso della gravidanza appare disseminato di indizi che conducono a questa terribile realtà».

È questa per il pubblico ministero la risposta a diverse domande relative alla vicenda dei neonati sepolti in giardino a Traversetolo, che hanno spinto i magistrati di Parma a chiedere la premeditazione che è stata accolta dal gip. Il parto è avvenuto il 7 agosto scorso, «poco più di un giorno prima della data prevista per il viaggio» in America, a New York, e «posto che, fino a quel momento nessuno sapeva della gravidanza di Chiara, come avrebbe fatto» la 21enne «a partire per gli Stati Uniti in condizione di gravidanza pressochè a termine? E, nel più che improbabile caso di imbarco, come avrebbe partorito negli Stati Uniti, peraltro alla costante presenza di padre, madre e fratello?». E ancora: «Se, come è avvenuto, a seguito di accorgimenti che la ragazza verosimilmente ha posto in essere, il parto c’è stato il 7 agosto, come avrebbe potuto giustificare la presenza in casa di un neonato, alla vigilia della partenza, al cospetto dei genitori completamente ignari della gravidanza? Con quale argomentazione, e con quale coraggio».

Petrolini «avrebbe potuto confessare al fidanzato di aver partorito un bambino di cui il fidanzato non aveva mai avuto modo di sospettare la scomoda presenza? Con quale giustificazione Chiara si sarebbe presentata alle amiche, con le quali condivideva tutto, fino alla marijuana, in compagnia di un bambino che, per l’assenza totale di indizi di gravidanza, sarebbe apparso come piovuto dal cielo?».

Il fidanzato era il padre biologico dei due neonati

Le analisi e gli accertamenti sul dna hanno messo in luce che «il padre biologico» di entrambi i bambini era il fidanzato di Chiara Petrolini. Il giovane, insieme con la la sua famiglia, ha sempre sostenuto di essere all'oscuro delle due gravidanze.

Nessuna visita medica

Sono diversi gli elementi che hanno spinto il pm a chiedere la premeditazione come aggravante dell’omicidio di uno dei due neonati ritrovati nel giardino della villetta a Traversetolo, in provincia di Parma, per i quali è ai domiciliari Chiara Petrolini, 21 anni. Nessuna visita medica, una condotta incompatibile con la gravidanza e le ricerche in rete sono elementi, per gli inquirenti, del «disegno che Chiara Petrolini ha maturato fin dalle prime battute della gravidanza o comunque da quanto ha iniziato a prendere coscienza della gravidanza stessa: la soppressione del proprio figlio, prima, in occasione, o dopo il parto». Indicativo della premeditazione, scrivono, è aver «sistematicamente eluso, per tutto il periodo della gravidanza, qualsiasi accertamento medico, diagnostico, strumentale teso a verificarne il regolare andamento». Di fronte al «passaggio fondamentale» della rottura delle acque, «la ragazza prosegue imperterrita per la sua strada, senza consultare chicchessia né determinarsi a rivolgersi ad una struttura sanitaria per la gestione del parto imminente». Parallelamente la giovane si affida al web per acquisire «quelle notizie-consigli-suggerimenti-curiosità che solo una struttura sanitaria avrebbe potuto e dovuto esporle: ne sono testimonianza le tantissime ricerche testuali che Chiara effettua quotidianamente, e più volte nella stessa giornata». Ricerche che «non sono affatto neutre», ma che appaiono «in gran parte funzionali» al disegno di liberarsi del neonato.

Tutti tenuti all’oscuro della gravidanza

Un altro elemento indicativo della premeditazione, per i magistrati, è «quello che più di tutti ha suscitato perplessità e che inizialmente sembrava il riflesso di una articolata e concordata messa in scena da parte di tutta la famiglia» della 21enne e cioè «l’assoluta inconsapevolezza, in capo ai genitori, e perfino al fidanzato (padre del bambino), dello stato di gravidanza» di Chiara Petrolini. Si tratta di «un elemento di straordinaria importanza, giacché esso accompagna tutta la gravidanza, fino al parto e oltre». La "strada" scelta dalla 21enne, «perseguita anche mediante la finzione del ciclo mestruale, non può che avere un’unica finalità: arrivare alla fine del percorso di gravidanza con la soppressione del figlio». E ancora tra gli elementi valutati per la premeditazione, il «tenere una condotta incompatibile con lo stato di gravidanza: soprattutto dalle informazioni raccolte presso gli amici» è emerso che Petrolini «non ha mai disdegnato l’uso di sigarette elettroniche e con tabacco, anche accompagnato da assunzione di bevande alcooliche; da ultimo, dopo che travaglio era di fatto già iniziato, e nell’imminenza del parto, non ha neppure disdegnato l’uso di marijuana». Più volte, la 21enne aveva cercato su internet informazioni relative alla marijuana. dall'esame delle ricerche effettuate risulta che Petrolini abbia cercato “quantità uso personale erba”; “come pesare la marijuana”; “fiori marijuana”.

Le ricerche agghiaccianti su internet

«Dall'analisi della cronologia delle ricerche su internet si possono evincere due elementi: la necessità, la tendenza e la voglia di nascondere in tutti i modi e a tutti il suo stato di gravidanza; la seconda la finalità di sopprimere la vita che cresce al proprio interno», ha proseguito il procuratore capo di Parma Alfonso D'Avino.Tra le ricerche sul web effettuate da Chiara Petrolini c'è anche quella su «dopo quanto puzza un cadavere». Le ricerche erano diverse: «Su come fare sesso senza che si sappia della gravidanza, su come indurre il parto, sul travaglio meno doloroso possibile, varie le ricerche sull'aborto. Tutte queste ricerche portano a ritenere che, sin dall’inizio, fosse questo il suo obiettivo, ma ciò che sembra più difficile da giustificare sono due ricerche fatte nel corso del tempo: la visualizzazione di un video su come si decompone un corpo, nel febbraio 2024, fino alla ricerca, fatta alle 7 del mattino dopo il parto, avvenuto intorno alle 3, su dopo quanto tempo puzza un cadavere. Queste lasciano perplessi», ha detto il procuratore capo aggiungendo che «tra le centinaia di ricerche analizzate non ce n’è una contraria o qualcosa di diverso».

Un comportamento “normale” prima e dopo l’orrore

«Se ha disturbi? Ci riserviamo di verificare – ha proseguito il procuratore capo di Parma –. Più che un problema di capacità o incapacità, è di personalità, è qualcosa che va approfondito perché ciò che ci ha veramente impressionato è il dato di una ragazza che viene descritta come normale, cordiale, che svolge un’attività che la porta quotidianemente a contatto coi bimbi: faceva la baby sitter e ha gestito quest’anno come responsabile un centro estivo per bimbi. Dall’altra parte questo comportamento, che lascia perplessi nel momento in cui si vede cosa fa dopo il parto e dopo aver sepolto il bimbo. Questo ci ha fatti rimanere quasi agghiacciati».

Estetista, bar, pizza e vineria dopo aver ucciso il figlio

Alfonso D’Avino ha elencato cosa fatto dalla giovane subito dopo aver partorito e ucciso il figlio il 7 agosto: «Andare dall'estetista, al bar, mangiare pizza in famiglia, andate in vineria e alla chiusura in un altro bar. Questo ci ha lasciato perplessi perché ci si chiede che cosa c’è dentro. La cosa trova riscontro nella verifica di quanto successo l'anno prima: pochi mesi prima, dopo la morte del figlio, il pomeriggio e il giorno dopo va a fare shopping con le amiche e il solito giro per bar. Tutto questo potrà essere oggetto di valutazione per verificare la personalità, ma parlare di incapacità è prematuro».

La madre del fidanzato: “Finalmente”

«Finalmente». È il commento che Sonia Canrossi, madre del fidanzato di Chiara Petrolini, ha rilasciato a LaPresse per commentare la notizia dei domiciliari disposti alla 22enne di Traversetolo, accusata dell'omicidio dei suoi due figli neonati, trovati sepolti nel giardino di casa dove la giovane vive con i suoi genitori.