“Mini nucleare” nel distretto ceramico di Sassuolo, un’idea che piace agli industriali
Augusto Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica: «È un’opzione per continuare a competere»
SASSUOLO. Energia meno costosa? Torna in auge il nucleare.
«In futuro sarà una delle opzioni dato che l’industria ceramica è energivora e deve competere con realtà come la Spagna dove questa costa molto meno: senza escludere ovviamente altre fonti».
Augusto Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica, non ha mancato di sottolineare la centralità della questione aprendo lunedì il Cersaie. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin dal canto suo ha rilanciato sottolineando che la ricerca e la sperimentazione sul nucleare rappresentano un passaggio importante.
«Dobbiamo darci un quadro legislativo. Magari – ha aggiunto – nel corso del prossimo Cersaie il mondo della ceramica potrà iniziare a ragionare sull’opportunità di adottare piccoli reattori».
Lo stesso Graziano Verdi, ad del Gruppo Italcer, chiede al Governo di fare in fretta e di non avere esitazioni legislative in merito a questa possibilità: «Le imprese non vanno lasciate sole – spiega – nel percorso di transizione energetica».
Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, che fin dal suo insediamento ha battuto molto su questo argomento, al riguardo ha ribadito che «noi continuiamo ad avere in mente l’immagine di grandissime centrali, ma oggi le cose sono cambiate: sono stati fatti enormi passi avanti a livello tecnologico. In Italia abbiamo imprese leader al mondo che fanno sperimentazione, ma la fanno su suolo non italiano perché qui vige il divieto. I micro reattori possono essere un aiuto molto importante per le imprese del nostro comparto. Non ha senso – ha chiuso – continuare a comprare energia dalle centrali francesi che sono qui a un passo».
Tecnologia italiana
Il nome che viene subito alla mente è quello della Newcleo, azienda che ha il suo centro di ricerca a Torino e sta lavorando con il Governo francese (che il nucleare non l’ha mai abbandonato) per arrivare nel 2033 alla prima realizzazione. Si tratta di una start up, che produce piccoli reattori modulari ultra-compatti, pensati per essere prodotti in serie e trasportati, magari galleggianti. Pochi giorni fa Bloomberg ha citato Newcleo, assieme a Enel e Ansaldo, fra le aziende che discutono con il Governo della creazione di una nuova società che produca energia nucleare nel nostro paese.
Newcleo sviluppa reattori che usano la miscela Mox (combustibile ossido misto), composta da uranio impoverito e plutonio e ottenuta dagli scarti di altri impianti.
«Non avremo bisogno di estrarlo – ha dichiarato il suo amministratore delegato Stefano Buono a Forbes Italia – Per centinaia di anni potremo usare quello già estratto e produrremo meno di un metro cubo di scarti per ogni gigawatt elettrico annuo, radioattivo per 250 anni contro i 250mila delle scorie delle centrali tradizionali».
Per il raffreddamento si usa il piombo al posto dell’acqua. Quello che accarezza le orecchie degli imprenditori ceramici è certamente il fatto che il nucleare è una forma di energia decarbonizzata che ha il vantaggio di essere a basso costo, 55 euro a megawatt. In Cina e Usa i prezzi del gas oggi sono fino a 5 volte più bassi che in Europa. Un piccolo reattore modulare Amr al piombo, la quarta generazione, con potenze da 200 megawatt potrebbe dare energia a una piccola città o ad una grande industria ceramica. Ed essendo impianti abbastanza piccoli, di sei metri di diametro e sei metri di altezza, se ne possono accorpare quattro assieme.
I vantaggi
Una centrale da 800 megawatt può bastare per una città come Roma e potrebbe avere costi contenuti, circa 3,2 miliardi. Al recente Forum di Cernobbio il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha ricordato che il Governo lavora a «una newco italiana, con una partnership tecnologica straniera, che consenta di produrre a breve in Italia il nucleare di terza generazione avanzata».
Entro la fine dell’anno è prevista la presentazione di una strategia sul nucleare da parte del Governo. Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group hanno presentato sempre a Cernobbio uno studio secondo cui l’installazione fino a 20 reattori modulari, in grado di soddisfare circa il 10 per cento della domanda elettrica nel 2050, potrebbe avere un impatto economico di 50 miliardi di euro e creare 117mila posti di lavoro diretti ed indiretti a quella data.
A livello mondiale sono 61 i progetti di nuovi reattori in fase di costruzione. La produzione nucleare resta oggi la prima fonte di generazione elettrica nella Ue (22 per cento del totale, con 12 paesi su 27 che hanno centrali sul loro territorio).
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