Serramazzoni piange Oriele, sarta e catechista: si è spenta 5 mesi dopo il marito
Commozione per il destino della moglie del maresciallo della Finanza Roncaccioli
SERRAMAZZONI. Morta cinque mesi dopo il marito, per lo stesso male incurabile ma che ha scoperto solo dopo la sua scomparsa. È un destino commovente quello che è stato riservato a Oriele Bonvicini, spentasi domenica 22 settembre a 75 anni per una malattia che se l’è portata via in poco più di un mese.
Era molto conosciuta a Serra, in particolare tra Pompeano e Selva, dove aveva fatto la sarta e insegnato catechismo a tanti bimbi. La stessa parrocchia, quella di Selva, in cui il marito Fernando Roncaccioli, maresciallo della Finanza in pensione, faceva da sagrestano. Lui si è spento il 25 aprile scorso, a 77 anni. Lei è stata salutata il 25 settembre, nella stessa chiesa di Selva dove nemmeno un anno fa, il 21 ottobre 2023, avevano festeggiato il 50° di matrimonio. È stata portata nel cimitero di Serra (onoranze Franchini), dove ora riposa accanto a lui.
Da Trieste e Selva
Una vita vissuta in simbiosi, la loro. Dopo il matrimonio, lei l’aveva sempre seguito e supportato nel suo percorso da finanziere, che dopo la scuola per sottoufficiali a Lido di Ostia lo portò per diversi anni a Trieste e poi Sassuolo e Modena. Lei lo seguì sempre con la famiglia, il figlio Pierluigi e la figlia Maria Teresa, finché poi con la pensione di lui non decisero di tornare nei luoghi dell’infanzia, andando ad abitare nella vecchia casa di lei al “Botteghino” di Selva. Qui Oriele aveva fatto la sarta da ragazza, lavorando anche per il laboratorio di Iride Costantini a Serra. Una passione, quella per il cucito, che ha conservato per tutta la vita, trasmettendola alla figlia Maria Teresa, che disegna e realizza abiti (Atelier Maria Teresa).
La malattia lampo
Oriele ha seguito Fernando passo dopo passo nella malattia, ma non avrebbe mai pensato che venisse a bussare alla sua porta tanto presto, dopo la sua scomparsa. E invece a metà agosto da un banale esame del sangue ha capito che c’era qualcosa che non andava. Ed è stata una progressione inesorabile di pochi giorni, fino all’ultimo respiro di domenica sera in ospedale, a Pavullo.
L’addio
«Eravamo tutti preoccupati per la salute di Fernando, nessuno poteva immaginare che il male avrebbe colpito anche lei tanto presto. Lei che forse nel curare lui, non ha neanche avuto molto tempo per pensare a se stessa» ha sottolineato il parroco don Matteo Malavolti (presente anche il parroco di Pavullo don Antonio, che aveva conosciuto bene la famiglia negli anni a Serra). «Questo ci dimostra una volta di più che la vita va vissuta con gratitudine, perché nessuno di noi sa cosa gli riserva il domani. Oriele ha vissuto una vita piena assieme alla sua famiglia (adorava il nipote Nicolò, ndr). Certamente ora il suo posto è in cielo accanto a Fernando, e alle altre persone care che l’hanno preceduta. Noi oggi seppelliamo il suo corpo, che è il guscio. Ma la persona che era rimane per sempre: è il seme che germoglia e porta frutto in chi l’ha conosciuta».
Toccante il messaggio di saluto della figlia Maria Teresa: «Mi hai insegnato che la vita va vissuta a colori, quei colori che hai tanto amato e che oggi ho scelto per te. Mi hai insegnato a cucire, e in ogni abito che realizzo c’è un po’ di te. Mi hai insegnato che non esiste discussione senza amore. Mi hai insegnato che la morte non è fine né distacco, ma la vita che continua attraverso la forma dell’amore. Sono sicura che sei ancora qui con noi, ciao mamma».