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Il caso

Troppi antibiotici per la mucca: allevatore della Bassa modenese a processo

di Stefania Piscitello
Troppi antibiotici per la mucca: allevatore della Bassa modenese a processo

L’uomo che ha un’azienda in provincia di Modena si difende: voleva solo curarla

27 settembre 2024
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MODENA. Quando quella mucca si è ammalata, lui ha fatto il possibile per cercare di salvarla. Alla fine, però, non c’era stato più nulla da fare e l’aveva dovuto mandare al macello. Lì, tuttavia, sono stati fatti controlli, ed ecco la sorpresa: le analisi avevano rilevato in quel capo livelli di antibiotici superiori al limite consentito.

Una sorpresa per l’allevatore – che da oltre trent’anni opera nella Bassa – visto il rispetto dei tempi di sospensione della molecola somministrata (così sostiene la sua difesa). Fatto sta che per questo episodio l’uomo è finito nei guai. Guai grossi: già, perché è a processo con l’accusa di avere detenuto per la vendita e comunque distribuito per il consumo la carcassa di un bovino trattata, appunto, con quantità di antibiotico oltre il limite. L’uomo è assistito dall’avvocato Diego Galeotti, che è fiducioso sull’esito del processo: la difesa, infatti, intende dimostrare l’innocenza dell’allevatore. Anche perché, come detto, da decenni l’uomo opera nel settore. I fatti risalgono al 2021 quando, come detto, l’animale si era ammalato. Lui, allora, ha cominciato a somministrargli le cure che riteneva opportune per provare a salvarlo. Quando poi le condizioni del bovino erano peggiorate ulteriormente, non c’è stato altro da fare che mandarlo al macello per quella che viene definita la macellazione speciale d’urgenza.

Ebbene, è stato proprio durante quel processo che è stata rilevata una percentuale di principio attivo non conforme al parametro previsto dalla legge. A quel punto è scattata una denuncia penale d’ufficio su istanza dell’Ausl che ha portato l’allevatore in tribunale. Mercoledì in aula sono stati ascoltati un testimone del pm, l’imputato e il suo consulente tecnico di parte. Dalla globalità delle testimonianze è emersa, secondo la difesa, la buona fede dell’allevatore e la sua totale assenza di responsabilità. Prossima udienza il 18 dicembre.l