Pavullo, tocca il sedere all’amica minore: rischia fino a sei anni di carcere
L’accusa è aggravata dal fatto che lei era dodicenne. «Ma è innocente»
Pavullo A 22 anni rischia fino ai sei anni di carcere, sempre che gli concedano tutte le attenuanti, per aver toccato il sedere all’amica con cui giocava dai tempi dell’infanzia.
Scatta il Codice rosso
È il caso di un giovane pavullese finito a processo con l’accusa pesantissima di violenza sessuale su minore, aggravata dal fatto che è una ragazzina di soli 12 anni, e quindi infraquattordicenne. La normativa infatti, nell’ambito del Codice rosso, è severissima in questi casi. Anche se l’accusato dice che si è trattato solo di un gioco, nell’ambito di una consolidata amicizia negli anni. Che ovviamente adesso si è rotta.
Lui aveva 20 anni, lei 12
I fatti sono accaduti nell’estate 2022, in una frazione di Pavullo. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, l’allora ventenne avrebbe toccato in due episodi il sedere alla ragazzina 12enne, anche lei italiana, mentre si trovava a casa sua. L’aveva invitata come aveva fatto tante altre volte nel corso degli anni, visto che erano praticamente cresciuti insieme. E in queste due occasioni sarebbero avvenuti i toccamenti.
La difesa: «Nessuna allusione sessuale»
La difesa del giovane, rappresentata dall’avvocato Fausto Gianelli, sottolinea che «si è trattato di toccamenti mentre stavano giocando, con la ragazzina che aveva indosso i pantaloni e senza alcuna allusione sessuale, in una cornice di amicizia consolidata». La ragazzina non ne aveva neanche parlato a casa. Lo ha fatto però a scuola, e un’insegnante ha attivato i servizi sociali, da cui è partita la segnalazione ai carabinieri. E nei casi di violenza sessuale, si procede d’ufficio.
Rischia dai 3 ai 6 anni
Per toccamenti che secondo il ragazzo sono stati “innocenti”, rischia tantissimo: nei casi di vittima infraquattordicenne sono previste condanne aggravate che vanno dai 9 ai 18 anni di carcere. Per un incensurato che può godere di tutte le attenuanti del caso, si può scendere dai 3 ai 6 anni, non di più. Questo significa che se il giovane verrà condannato, andrà in carcere o ai domiciliari.
Da qui la battaglia che si profila tra accusa e difesa, nel processo iniziato ieri. Subito con un colpo di scena, peraltro. È emerso infatti che ai genitori (anche loro italiani) della ragazzina pochi giorni fa è stato tolto l’affido di lei e degli altri tre figli per gravi problematiche famigliari, tanto che figli e figlie sono ora in casa protetta. In precedenza la madre si era costituita parte civile, pronta a chiedere i danni al giovane in caso di condanna.
«Gesti bonari, puntiamo all’assoluzione»
L’avvocato Gianelli ha quindi posto l’accento su una questione abbastanza rara da ritrovare in tribunale a Modena: può una madre a cui è stato tolto l’affido della figlia decidere per lei a processo? La risposta del collegio dei giudici, presieduto da Roberto Mazza, è stata negativa, accogliendo il rilievo. Oltre all’avvocato di parte civile già incaricato, Angela Pigati, i giudici ne hanno quindi incaricato un altro, Alessia Gonzo, come curatrice che va a “sostituire” la madre a processo. È stata poi stesa la lista di testimoni da sentire, inclusa la psicologa che ha raccolto il racconto della ragazzina.
«Noi puntiamo all’assoluzione, per questo non abbiamo chiesto riti alternativi – nota Gianelli – i gesti compiuti dal giovane erano bonari, senza alcuna connotazione sessuale. Nulla che meriti una condanna di anni di carcere».
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