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Energica, l’azienda delle moto elettriche in crisi: 50 lavoratori a rischio

Energica, l’azienda delle moto elettriche in crisi: 50 lavoratori a rischio

Preoccupa la situazione dell’impresa di Soliera. La Fiom Cgil: «In un anno si è passati da 149 a 50 dipendenti, in contratto di solidarietà, nessun acquirente interessato e il fondo americano Ideanomics non mette più liquidità». Domani un nuovo tavolo in Regione Emilia Romagna

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SOLIERA. Si è svolto nella mattinata di ieri, mercoledì 9 ottobre, presso la Regione Emilia Romagna, il tavolo di salvaguardia occupazionale per la Energica Motor Company, l’azienda di Soliera che progetta e produce moto elettriche e che versa da mesi in una seria crisi economico-finanziaria, con i 50 dipendenti in contratto di solidarietà (con pagamento diretto da parte dell’Inps) che scade il 22 ottobre prossimo, e sfratto esecutivo del capannone congelato per 120 giorni a seguito di composizione negoziata del debito.

Situazione preoccupante

La Fiom Cgil ha incalzato l’azienda per «esplorare la possibilità di dare continuità all’ammortizzatore sociale», ma l’azienda ad oggi ha risposto di «non essere in grado per motivi economici di garantire la continuità produttiva». Ad oggi «non ci sono acquirenti disposti a subentrare nella proprietà e il fondo americano Ideanomics che possiede il 75% dell’azienda non mette più liquidità da diversi mesi». Domani, 11 ottobre, alle 9 è riconvocato il tavolo sempre in Regione e l’azienda dovrà comunicare la scelta se aprire la cassa integrazione per crisi e quindi riuscire a dare continuità produttiva, oppure aprire l’ammortizzatore per cessazione di attività d’impresa. Giovedì scorso i lavoratori, insieme alla Fiom Cgil, avevano fatto sciopero con presidio davanti ai cancelli di via Scarlatti.

Da 149 a 50 lavoratori (in solidarietà) in un anno

L’azienda che ha circa 50 addetti e che ne aveva 149 nel 2023, secondo il sindacato, «è in difficoltà finanziaria per scelte gestionali che hanno determinato un aumento rilevante dei costi non proporzionale alle possibilità di un’azienda giovane di rimanere in un settore caratterizzato da forte sviluppo e innovazione. Questa situazione ha determinato problemi importanti per i lavoratori, con retribuzioni molto ridotte e ormai da mesi in attesa del pagamento della cassa integrazione».