“Sconto” in appello agli accusati dell’omicidio di Rocco De Salvatore
Tolti 8 mesi ad Angelo Barbato e 2 mesi a Samia El Harim: sono stati assolti per i reati “minori”. Ribadite invece le condanne per l’uccisione del 73enne a Massa Finalese con un mix letale di farmaci
FINALE. Hanno avuto un piccolo sconto di pena, ma sono stati giudicati sempre responsabili dell’accusa più grave: omicidio preterintenzionale.
La sentenza
È il verdetto emesso ieri dal Tribunale d’Appello di Bologna sul caso di Rocco De Salvatore, il 73enne rinvenuto cadavere la sera di domenica 31 luglio 2022, riverso nel letto del suo appartamento a Massa Finalese. Un anno fa, nell’ottobre 2023, il Tribunale di Modena in primo grado aveva inflitto alla 39enne di origine marocchina Samia El Harim 12 anni di carcere, e al 42enne finalese (nativo di Cento) Angelo Barbato, 6 anni e 10 mesi. La morte dell’anziano fu causata, come emerso dall’autopsia, da un mix letale di psicofarmaci somministrati a distanza ravvicinata. Farmaci che secondo l’accusa gli vennero dati per potergli prendere denaro e macchina, mentre era in uno stato di profondo intorpidimento. Finché poi il suo cuore non ha ceduto.
Ieri mattina i giudici bolognesi hanno “alleggerito” la pena nei confronti dei due: tolti 2 mesi a Samia, per cui la condanna resta di 11 anni e 10 mesi; tolti 8 mesi a Barbato, la cui pena viene ridefinita in 6 anni e 2 mesi.
Motivo? I reati “minori”. Barbato è stato assolto, per particolare tenuità del fatto, per aver infranto il divieto di avvicinamento a Samia, che era stato disposto nei suoi confronti nell’ambito del Codice rosso. Ed è stato assolto anche dal reato di furto dei soldi e dell’auto di De Salvatore, in questo caso per una questione “tecnica”: è un reato per cui si procede dietro querela di parte e la morte di Rocco gli ha impedito di fare denuncia. Assolta quindi dal furto anche Samia: tolti in questo caso 2 mesi.
Restano invece confermatissime dai giudici, per entrambi, le responsabilità di omicidio preterintenzionale, per la somministrazione dei pericolosi farmaci.
L’avvocato della famiglia
Soddisfatto del verdetto l’avvocato Marco Ferraresi, parte civile per la famiglia De Salvatore. «Al di là delle questioni tecniche sui reati “minori”, l’impianto principale dell’accusa ha tenuto – sottolinea – e non poteva essere altrimenti viste le prove schiaccianti che sono state raccolte: i due sono rimasti in casa di Rocco fino a un attimo prima che arrivasse il figlio Stefano e scoprisse il cadavere. Ed è palese il fatto che la somministrazione dei farmaci sia stata determinante nel causare la morte dell’anziano. Presidente e procuratore hanno fatto una disamina approfondita del caso condividendo in pieno le nostre posizioni. Come parte civile, in primo grado avevamo posto l’accento anche su altri fattori indicatori di una chiara responsabilità, come il fatto che sulla salma di Rocco furono rinvenute 17 ecchimosi tutte causate negli ultimi giorni di vita. Per noi sono state causate in tentativi di contenimento da parte dei due, che gli hanno somministrato i farmacia forza. Il medico legale ha detto che è una ricostruzione plausibile, ma in sentenza non è menzionata: dovremo limitarci al sospetto in questo caso».
La difesa
Soddisfatto, per la riduzione della pena, anche l’avvocato Roberto Neri, difensore di Barbato: «Il mio assistito è stato assolto da due reati per cui era stato condannato in primo grado – nota – ora aspettiamo le motivazioni sulla ribadita condanna per omicidio per valutare l’eventuale ricorso in Cassazione». Intanto Barbato resta ai domiciliari. Samia invece si trova in carcere, dopo aver tagliato il braccialetto elettronico ed essere stata ritrovata settimane dopo a Reggio.