L'allarme: Sanità modenese al collasso, persi 380 posti in due anni
I sindacati criticano le assunzioni dell’Ausl. Cisl: «In corsia cresceranno le tensioni, si rischiano aggressioni verso gli operatori»
MODENA. Trecentottanta. Tanti sarebbero i posti persi nella sanità pubblica modenese negli ultimi due anni.
Un calo che rischia di influire sulla qualità dei servizi per i pazienti. La Cgil e la Uil hanno stimato il “taglio” e chiesto «un piano straordinario di assunzioni al più presto». La Cisl ha lanciato un allarme: «C’è troppo stress, si rischiano aggressioni tra professionisti della sanità».
I sindacati
Ieri mattina s’è tenuto un incontro tra i vertici amministrativi dell’Ausl di Modena e rappresentanti dei tre sindacati confederali. Gli esponenti di Cgil, Cisl e Uil hanno illustrato un elenco di criticità da risolvere in termini di personale in servizio.
Secondo quanto appreso, i sindacati hanno gradito alcune novità, tra cui l’estensione del calendario fino a 24 mesi per prenotare le visite. Tuttavia, la misura non è ritenuta strutturale per ridurre i tempi delle liste d’attesa.
La risposta che i sindacati chiedono si può sintetizzare in un punto: aumentate il personale. La Cisl sta stilando una mappa delle carenze, distretto per distretto.
Per esempio, gli infermieri per il servizio domiciliare a Carpi sarebbero “dimezzati”: «Quindici invece che trenta ormai da più di due anni». Nello stesso distretto non sarebbero state sostituite questa estate dieci ostetriche delle trenta in organico. «Hanno lavorato con due terzi del personale necessario – hanno fatto sapere dalla Cisl – con numerosi turni coperti dalle coordinatrici e doppi turni delle ostetriche».
Per gli operatori sociosanitari (Oss) del distretto sanitario di Carpi sarebbero sedici i turni scoperti in Chirurgia nel mese in corso.
Nel distretto sanitario di Sassuolo sono emersi «cambiamenti quotidiani sulla organizzazione per esempio del servizio domiciliare». Per la Cisl «i professionisti non capiscono in che direzione vuole andare l’azienda».
Nel distretto di Castelfranco sono state segnalate «oltre quattro ore di attese, soprattutto nei festivi» nei Centri di assistenza e urgenza. Per la Cisl nello stesso Cau castelfranchese sarebbe stato «sforato per oltre il cinquanta per cento delle giornate il numero di quaranta accessi giornalieri, ma non viene raddoppiato il personale come da delibera regionale». Inoltre, non vi sarebbe filtro telefonico per i pazienti e gli infermieri sarebbero utilizzati come «jolly dalla sala operatoria fino al Cau».
Nei distretti
La Cisl ha raccolto che nel distretto sanitario di Mirandola «il personale è allo stremo: mancano professionisti ovunque, infermieri e Oss sono trattati come burattini». Inoltre, è emerso che sono «spediti in base alla necessità in vari reparti senza una formazione specifica e senza accesso al sistema informatico del reparto con enormi rischi per la qualità assistenziale e dei professionisti».
Nel pronto soccorso del distretto di Vignola gli Oss risultano alla Cisl ridotti: «due per turno per un totale attuale di tredici unità». Criticità riscontrate anche nei servizi domiciliari, di terapia fisica e anche di portineria.
I dati sui distretti di Modena e di Pavullo non sono ancora disponibili, ma saranno raccolti a breve. L’appello ai vertici aziendali dalla Cisl è chiaro. «La dottoressa Anna Maria Petrini, direttrice generale dell’Ausl di Modena, partecipi alle riunioni – ha detto Gennaro Ferrara, infermiere e segretario della Fp Cisl Emilia Centrale – e faccia un giro nei reparti modenesi».
Ferrara ha ricordato la piaga delle aggressioni ai professionisti sanitari, ponendo l’attenzione sui livelli di stress di chi lavora nella sanità. «Si rischiano aggressioni tra professionisti», ha detto.
Ferrara ha accusato l’Ausl di essere «più attenta ai numeri dell’azienda che alla qualità del servizio». Il sindacalista ha salutato con favore le assunzioni di dirigenti infermieristici prospettate ieri nel corso della riunione. «Le avevamo chieste – ha aggiunto – ma continua a mancare il personale da dirigere».
«La stretta sul personale anche nella sanità pubblica nella provincia di Modena ha voluto dire tagli per circa 380 persone negli ultimi due anni – hanno detto Giada Catanoso, segretaria della Fp Cgil Modena, e Nicola Maria Russo, segretario della Uil Fpl Modena e Reggio Emilia – con enormi criticità sulla tenuta dei servizi erogati».