Serramazzoni saluta il parroco Alpino: «Grazie don Matteo, non ti dimenticheremo»
Malavolti dopo cinque anni lascia il paese dell'Appennino, tornerà a Modena per stare più vicino ai genitori anziani
SERRAMAZZONI. Momenti di commozione, ma anche scherzi e risate domenica a Serra per il saluto al parroco don Matteo Malavolti, che dopo cinque anni ha chiesto di andare a Modena per essere più vicino ai genitori anziani. Dai toni che ha preso il momento, si è capito quanto sia speciale il rapporto che questo pacifico “omone” ha saputo creare con la gente.
Come del resto sarà difficile dimenticare l’immagine del parroco che, al termine della messa, viene “vestito” con un plaid che raffigura un gatto gigante. A testimonianza della sua grande passione per i gatti, che in questi anni ha divertito in parrocchia, ma anche dato testimonianza di amore per il creato.
Santuario gremito per la messa delle 11.15, con la presenza anche di associazioni (a partire da Avap, Alpini, Libera e Anc), sindaco e altri amministratori. Il don aveva detto che non voleva nessuna “commemorazione” malinconica. E così il gruppo della parrocchia ha pensato bene di salutarlo in modo gioioso, come lui ha insegnato ad essere.
La “caccia al tesoro”
La sorpresa è arrivata al termine della celebrazione, quando Andrea Convenuti ha annunciato al don che avevano deciso di salutarlo con una “caccia al tesoro” in santuario. Lui si è prestato subito divertito. Ma poi ha dovuto tirare fuori il fazzoletto già alla prima tappa, commosso davanti al coro: ha cantato un brano tutto per lui, ricordandolo negli aspetti più belli della vita in parrocchia. Poi tappa al confessionale e al fonte battesimale, dove per gli Alpini di Serra-Monfestino lo ha salutato Anselmo Beneventi con le altre “penne nere”: «Grazie di cuore don per tutto quello che hai fatto per noi in questi anni – ha detto – grazie per la capacità di ascoltarci che hai sempre avuto, e la libertà che ci hai sempre concesso».
I saluti
Ultima tappa all’ambone, dove l’ha salutato il sindaco Simona Ferrari: «Speravo che questo momento di distacco non arrivasse mai – ha sottolineato – perché ti dobbiamo tutti tanto, don. A partire da me, che ricordo ancora quella telefonata di qualche anno fa in cui mi dicevi: “Tu dovresti fare il sindaco”. Mi hai dato fiducia, e coraggio. E poi una collaborazione sempre ottima. La gente che vedi qui attorno a te testimonia quanto hai fatto per noi. Nel ringraziarti per tutto, ti auguriamo buon cammino: di te non ci dimenticheremo mai, ma anche tu non dimenticarti di noi».
«Vi porterò sempre nel cuore – ha assicurato lui – e guardate che questo non è un ultimo saluto: vado poi solo a Modena, e sono sicuro che ci rivedremo spesso. Grazie per tutto questo affetto». E a questo punto, per evitare le lacrime, il gattone del plaid, indossato a braccia alzate, per ridere ancora una volta insieme. Poi fuori il gran finale, con i bimbi che hanno lanciato i palloncini e una parrocchiana che, fulminea, gli ha tolto il cappello degli alpini e fatto la “doccia” con lo spumante. Che poi il don ha preso per “lavare” tutti intorno, come un pilota sul podio a fine Gran Premio. Quindi, l’abbraccio sulle note di “E non ci lasceremo mai”.