Il Mostro di Modena, un mistero lungo 40 anni
Il caso delle 8 donne uccise tra il 1985 al 1995 sarà al centro della lezione del giornalista Pier Luigi Salinaro a “La nera Bologna”, sabato 26 ottobre, una giornata dedicata alle grandi vicende criminali dell’Emilia: dal delitto del Dams alla Uno Bianca
MODENA. Lui quella brutta storia di omicidi la conosce bene. Faceva il cronista di nera, all’epoca, e con il sigaro toscano all’angolo della bocca, il taccuino e il fotografo al seguito, piombava sul luogo del delitto o del ritrovamento del corpo, osservava, intervistava, annotava. Per tutti i colleghi era “il Commissario”. Conosceva per nome poliziotti, carabinieri, avvocati penalisti, magistrati. E quando arrivava in redazione, da qual piccolo bloc notes, un po’ stropicciato e fitto di appunti, uscivano storie di crimini, retroscena confidati da qualcuno “che ne sa”, e misteri. Come quello del Mostro di Modena, il più grande e inquietante.
Articoli, libri e sceneggiature
Pier Luigi Salinaro è il giornalista che del Mostro, assassino otto volte tra il 1985 e il 1995, ha scritto centinaia di articoli, libri, sceneggiature. Non è mai stato scoperto chi ha tolto la vita a quelle ragazze, ma quei delitti, riletti a distanza di anni, possono dirci molto. Dalla memoria e dagli atti emergono pecche nelle indagini (mai unificate), piste sbagliate e sviste investigative, tracce non seguite o abbandonate troppo in fretta.
La giornata a Bologna
Di questo, uno dei grandi gialli emiliani, Pier Luigi Salinaro parlerà sabato 26 ottobre a “La nera Bologna”, nel complesso Santo Stefano, in una giornata tutta dedicata a grandi storie criminali. Sotto le Due Torri, il cronista modenese, il primo che collegò tra loro le morti e ipotizzò la mano di un serial killer, racconterà la storia di vite spezzate nella zona grigia della droga e della prostituzione, strangolate, colpite alla testa o accoltellate tra Modena e Bastiglia.
Le otto donne uccise
I nomi delle otto vittime sono tristemente noti: Giovanna Marchetti, Donatella Guerra, Marina Balboni, Claudia Santachiara, Fabiana Zuccarini, Anna Bruzzese, Anna Maria Palermo, Monica Abate. C’è chi attribuisce al mostro dieci omicidi, facendo iniziare la terribile serie dal 1983 con Filomena Gnasso e inserendo nell’elenco anche Antonietta Sottosanti, soffocata con una calza di nylon nel 1990. Ma per Salinaro sono solamente otto i delitti che presentano analogie tali da poter essere riferiti alla stessa mano.
Le parole di Salinaro
Salinaro, la domanda che tutti si fanno è la stessa: chi è, o chi era, il mostro? «La madre di Monica Abate, Romana Caselli scomparsa qualche anno fa, ripeteva sempre: perché dopo l’omicidio di mia figlia il mostro non ha più ucciso?». E quale sarebbe, se esiste, la risposta a questa domanda? L’assassino è morto? «No, nessuna risposta. Ma un altro interrogativo. Romana Caselli proseguiva: forse perché l’allora gip Caruso indicò quale doveva essere la strada da seguire mettendo, nero su bianco, il nome di due poliziotti?».
Tanti punti interrogativi
Dopo quasi quarant’anni, restano poche certezze e tanti punti interrogativi. Da questi partirà “il Commissario”, in veste di docente, raccontando, insieme alla psicologa Pamela Nardi, il Mostro. Non chi era l’assassino, rimasto senza volto, ma che cosa rappresentò: un’ombra sulla città, che però considerava quelle ragazze vittime di serie B, esistenze ai margini della “Modena bene” e del benessere di quegli anni; una sfida per gli investigatori, persa ben otto volte tra errori e lentezze; un enigma con cui si sono misurati i giornalisti di una generazione.
Le altre grandi vicende criminali in Emilia
Dopo gli interventi di Salinaro e Nardi, le altre lectio magistralis, nell’arco della giornata (dalle 9 alle 19) saranno dedicate alla Mala del Brenta, all’omicidio del Dams e il caso Alinovi, all’omicidio Montanari e al caso della Uno Bianca. È possibile partecipare in presenza (quattrocento i posti disponibili) e online, per prenotazioni e informazioni numero verde 800 271789 oppure indirizzo email info@nerocrime.com
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