Energica in liquidazione, c’è il curatore fallimentare: «E ora un nuovo tavolo in Regione»
La Fiom Cgil chiede tutele per i lavoratori dopo la fine del contratto di solidarietà
SOLIERA. Ieri, martedì 22 ottobre, è scaduto il contratto di solidarietà e sempre ieri è stato nominato il curatore fallimentare, mentre i sindacati chiedono e aspettano un nuovo tavolo in Regione con l’obiettivo di tutelare tutti i 45 dipendenti dell’azienda.
Parliamo di Energica Motor Company, la ditta di Soliera che progetta e produce moto elettriche e di cui, il 14 ottobre scorso, i vertici hanno dichiarato la liquidazione. Una fine, quella delle moto “made in Modena”, che era nell’aria, considerata la situazione di pesante crisi economico-finanziaria, e che impone di salvaguardare a tutti i costi i lavoratori. Per questo la Fiom Cgil ora attende un nuovo incontro in Regione.
Nominato il curatore fallimentare: le richieste della Fiom Cgil
«Se il rischio è che i dipendenti restino senza stipendio? Purtroppo tutto è possibile – afferma Leopoldo Puca, sindacalista della Fiom Cgil di Carpi – Siamo in attesa di capire quali saranno le prossime mosse del curatore fallimentare. Domani (oggi per chi legge, ndr) praticamente tutti si presenteranno allo stabilimento come se fosse una normale giornata di lavoro, anche se di “normale” purtroppo ormai c’è poco».
Dopo la fine del contratto di solidarietà, i sindacati chiedono tutele per i dipendenti: «Sarebbe importante muoversi per un ammortizzatore sociale, deve essere la priorità – prosegue Puca – E per questo attendiamo un nuovo tavolo di salvaguardia occupazionale in Regione Emilia-Romagna».
Dare priorità alla salvaguardia dei lavoratori
Quanto al futuro di Energica, dopo che il Cda ha deciso di accedere alla liquidazione giudiziale, il sindacalista non si sbilancia: «Il curatore fallimentare appena nominato si prenderà qualche giorno e poi deciderà cosa fare – chiosa – La priorità deve essere la salvaguardia, a tutti i costi, dei lavoratori. Per questo, chiederemo a gran voce di approfondire ogni possibilità di reindustrializzazione che non lasci indietro nessuna professionalità e nessun lavoratore». Un concetto, quest’ultimo, espresso e ribadito anche dalla politica, a partire dalla sindaca di Soliera Caterina Bagni che aveva subito lanciato un appello piuttosto chiaro: «Vale la pena insistere, se pensiamo all’alta qualificazione della forza-lavoro».