Maltempo in Emilia Romagna, un esposto per tutelare i rider dopo la foto che ha fatto il giro del web durante l’alluvione
Uil e Uiltrasporti regionale lanciano un appello alle istituzioni, a partire dal sindaco di Bologna Matteo Lepore, e si rivolgono alla Procura: «Ciò che è avvenuto è la riprova della sottovalutazione delle situazioni di pericolo in cui si annida l’incidente mortale»
BOLOGNA. «Come Uil Emilia Romagna e Uiltrasporti Emilia Romagna lanciamo un appello alle istituzioni, a cominciare dal sindaco della Città metropolitana di Bologna, Matteo Lepore, affinché vengano messi in atto tutti gli strumenti possibili per tutelare davvero i lavoratori del settore delle consegne e soprattutto dei rider. Per questo chiediamo un incontro quanto mai urgente. Consultati i nostri avvocati, come Uil Emilia Romagna e Uil Trasporti presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica e nelle altre sedi competenti affinché la magistratura valuti gli estremi legali a tutela di chi, la notte dell’alluvione, non ha potuto interrompere il proprio lavoro. In primis i rider, lavoratori fantasma senza diritti».
La foto che ha fatto il giro del web
Lo hanno dichiarato, tramite una nota, il segretario generale Uil Emilia-Rmagna, Marcello Borghetti, e il segretario generale UilTrasporti, Fabio Piccinini, commentando quanto accaduto alcuni giorni fa, durante l’alluvione a Bologna, dove un rider è stato visto fare consegne nonostante i rischi causati dal maltempo. «Abbiamo visto tutti, sulla stampa, la foto del rider che, durante l’alluvione, sommerso dall’acqua, pedalava per una consegna. Come pure, oggi, abbiamo letto le interviste ai rider che, sempre in quella terribile notte, non sono stati messi nelle condizioni di interrompere l’attività lavorativa».
Tutelare i lavoratori
«Nessuno ha garantito loro il diritto alla sicurezza, mettendo così a rischio la loro vita –proseguono Borghetti e Piccinini –. La Uil Emilia Romagna e la Uiltrasporti Emilia Romagna, da tempo, sono impegnate nella campagna #Zeromortisullavoro. Ciò che si è verificato sabato scorso è la riprova della sottovalutazione delle situazioni di pericolo in cui si annida l'incidente fatale. Tutto questo è inaccettabile. Non si può e non si deve morire di lavoro in virtù del profitto. A maggior ragione in un Paese che, all’articolo 1 della Carta Costituzionale, parla proprio di lavoro».