«La cassa d’espansione del Panaro a San Cesario? Non è stata collaudata»
L’attacco dei consiglieri d’opposizione ad Aipo: «Non funziona, sono anni che aspettiamo ma nulla si muove»
SAN CESARIO. «Le casse d’espansione del Panaro a Sant’Anna di San Cesario? Domenica erano secche, non funzionano». I consiglieri comunali Sabina Piccinini e Mirco Zanoli vogliono vederci chiaro e interrogano Aipo sulla situazione. «Siamo stati sulla cassa d’espansione a Sant’Anna ed era allagata solo in minima parte. A valle è uscita tanta acqua, mentre dentro la cassa c’è una grossa parte secca. Insomma, non ha svolto la sua funzione perché non si è riempita. La gente di Bastiglia Bomporto e Nonantola ha dovuto spostare i mobili, ha avuto paura per sé e i propri cari. Questa storia deve finire. La cassa deve funzionare, così che il livello del fiume rimanga nei ranghi e non succeda quello che è successo. Il problema è che non è stata collaudata, quindi non sappiamo se funziona o meno».
L'attacco
Piccinini e Zanoli, rispettivamente dei gruppi “Lista civica nuova San Cesario” e “Centro destra per la rinascita”, hanno chiesto e ricevuto da Aipo una dettagliata documentazione: «Sull’onda emotiva dell’allagamento del 6 dicembre 2020, nel 2021 sono partite le operazioni per arrivare al famoso collaudo – continuano – Sono previste tre fasi: nella prima bisogna allagare una parte minore e l’hanno fatta, poi c’è la seconda prova, dove invece si va a riempire completamente. Questa è stata rimandata già diverse volte, dicono che devono fare manutenzione a una delle paratie, che è stata smontata a marzo 2023 ed è ancora lì. Quanti anni dobbiamo aspettare ancora per il collaudo?».
Gli allagamenti
Nei giorni scorsi a Nonantola, Bomporto, Bastiglia e Fossalta il nodo idraulico è stato messo a dura prova delle incessanti piogge e l’allagamento di vari fossi di scolo ha causato non pochi disagi a strade e abitazioni in alcune zone del territorio. «Aipo dice che le casse hanno svolto il compito? Com’è possibile se non hanno ancora finito il collaudo? È inaccettabile, ci vuole rispetto per i cittadini, che ogni volta hanno paura e temono di finire sommersi. Viene chiesto di salire al secondo piano, ma chi non ce l’ha come fa? Aipo e la Regione hanno delle responsabilità. C’è un modo per tranquillizzare tutti: fare funzionare la cassa d’espansione, i lavori sono iniziati negli anni ’70. Dopo tutti i soldi che abbiamo speso, sarebbe il minimo. Oppure, se ci sono dei problemi nel progetto, che lo dicano chiaramente. Vogliamo che venga fatto il collaudo» concludono Sabina Piccinini e Mirco Zanoli.