Dentro al cimitero delle auto di via Zucchi a Modena: «Almeno un milione di euro di danni»
Nei box c’erano circa 50 veicoli, tra cui una Porsche d’epoca, finiti sommersi dall’acqua
MODENA. Il livello dell’acqua è sceso e si può finalmente scendere nei garage interrati del direzionale tra via Zucchi e via Marianini. Qui, tra sabato 19 e domenica 20 ottobre, l’acqua ha iniziato a salire dal canale di acque miste sottostante. E ora lo scenario è agghiacciante.
Scendendo la rampa di accesso, che fino a qualche giorno fa era una piscina con oltre un metro e mezzo d’acqua, l’aria inizia ad essere pesante, quasi irrespirabile.
A terra c’è ancora fango, si fatica stare in piedi per quanto è scivoloso. Poi il buio, perché l’impianto elettrico non funziona. Molte auto sono già state portate via, ma qualcosa è rimasto. Nell’ala sinistra ecco alcuni proprietari armati di tute impermeabili, guanti e tanta pazienza. Alcuni di loro avevano auto e moto all’interno del garage. «Le abbiamo portate via con il carro attrezzi, speriamo di poterle recuperare. Qui ci sarà almeno un milione di euro di danni a salire, sono 150 posti auto e molti erano occupati. Tra l’altro, so di alcune auto d’epoca che sono ancora imprigionate qui dentro, parliamo di Porsche d’epoca dal grande valore. Qui ci sono delle responsabilità, la rete fognaria ha ceduto completamente e siamo andati sotto» racconta uno dei proprietari, che preferisce restare anonimo.
L'amarezza
A fianco a lui c’è Rosario Trocino: nel box aveva messo i ricordi di una vita in attesa di completare il trasloco. «Siamo potuti scendere dopo quattro giorni dall’alluvione – racconta – e davanti ai nostri occhi abbiamo visto i ricordi di una vita, mobili, quadri galleggiare nell’acqua. Un colpo al cuore. Dopo aver aperto il portone è uscita un’onda d’acqua misto fango, è stato impressionante. Tra l’altro è da poco che ho preso questo garage, sto traslocando e mi serviva spazio. Ora è tutto da buttare. Purtroppo è successo tutto nella notte, non ci siamo accorti di nulla e siamo arrivati che era troppo tardi. Ora lottiamo tra fango e melma per cercare di recuperare qualcosa. Io avevo dei quadri, anche opere di valore. Ma soprattutto sono ricordi e oggetti collezionati in tanti anni. Fa davvero male vederli galleggiare. Senza considerare quanto ci vorrà per sistemare tutto, ho preso 3 giorni di ferie per venire qui a pulire... Poi ci sarà da imbiancare i muri, sanificare gli ambienti e ripristinare l’impianto elettrico. Un bel danno, insomma».
Tra il fango ci sono anche Paolo Ragozzino e l’amico Davide, accorso sul posto per dare una mano. «Qui è un disastro, speriamo di riuscire a salvare qualcosa ma sarà dura. Il fango e la melma si sono mangiati tutto. Ora ci rimbocchiamo le maniche, ma ribolliamo dalla rabbia».